Un siparietto a tratti esilarante è quello trasmesso nel corso dell'appuntamento del 14 agosto 2024 del talk show In Onda, programma serate di La7. Seduti al tavolo assieme ai conduttori Marianna Aprile e Luca Telese anche Massimo Magliaro, balzato recentemente alle cronache per essersi definito fascista nonché grande difensore dei dibattiti televisivi dell'attuale Governo Meloni. Nel corso della puntata intitolata "Poltrone e Potere, Destra Pigliatutto?" la discussione è finita sulle influenze che il Governo sta attuando anche sulla Rai con la fuoriuscita di presentatori e giornalisti dalle emittenti televisive e radiofoniche dello stato. E proprio su questo punto, una gaffe dell'ospite ha permesso a Marianna Aprile di sottolineare come anche lei sia stata vittima di queste cacciate ideologiche.
Nel breve scambio di battute - di cui trovate il video qui sotto - Mariana Aprile sottolinea come da un paio d'anni in Rai sta avvenendo una vera e propria "prassi consolidata" che invece di offrire migliorie "sta perdendo ascolti e perde volti non graditi alla nuova narrazione in quanto non funzionali alla nuova narrazione". L'ospite Magliaro interrompe la conduttrice tentando di correggerla: "Ma ti riferisci ai volti che se ne sono andati spontaneamente?"L'Aprile replica che ci sono volti che sono stati mandati via anche meno spontaneamente e, quando l'ospite gli chiede un esempio, la giornalista fa cenno a se stessa.
Magliaro e il blast in diretta di Marianna Aprile
— Sirio 🏀 (@siriomerenda) August 14, 2024
-la Rai perde volti non funzionali alla nuova narrazione...
▪︎alludi ai volti che se ne sono andati spontaneamente?
-anche a quelli meno spontaneamente
▪︎tipo?
-ce l'hai davanti
che figura di palta#Magliaro #inonda #14agosto pic.twitter.com/QpqkoV3k27
"Ehm non sono come dirtelo. Mi basta la mia storia. Non vorrei parlare di me però se mi chiedi un esempio a bruciapelo mi viene in mente Forrest" conclude Marianna Aprile, alludendo al titolo del programma di Ra Radio1 che fu chiuso senza alcun rinnovo contrattuale nonostante l'ottima resa e la minima spesa di cui necessitava il programma.
Già nel 2023 la giornalista rivelò di esser stata vittima di una cancellazione su imposizione ideologica dai palinsesti delle Radio Rai. In un intervento rilasciato al Corriere della Sera, spiegò:
Il programma andava bene, motivazioni di ascolti o di costi proprio non ne vedo. Credo sia una legittima quanto molto opinabile scelta editoriale che lascia intravedere da un lato la volontà di presidiare anche l’ultimo spazietto che si ritiene erroneamente occupato dalla parte avversa, dall’altro una grave mancanza di rispetto per l’azienda [...] La Rai viene trattata senza rispetto e invece è una cosa bella. Io e Luca Bottura abbiamo tanti lavori, possiamo rimanerci male perché è un programma a cui volevamo bene, ma questo conta zero. [..] La trasmissione radio Forrest la chiamavamo Rai Pride perché c’era ogni giorno l’intenzione precisa di ospitare le varie risorse interne e i corrispondenti Rai nel mondo. E invece è stata tacciata di essere quella dei comunisti ideologici.
All'epoca dei Fatti, la Aprile puntò il dito anche sulla decisione che portarono via dalla Rai anche Fazio, Annunziata e Insinna:
Vedremo come sarà questa Rai non omologata, con questa presunta nuova narrazione. C’è stato il caso Fazio, poi Annunziata, tutti con una loro specificità. Ma cacciare uno come Insinna che a “L’Eredità” fa tutte le sere il 25%... mi chiedo se sia dadaismo, performance artistica, o una malintesa concezione del cambiamento.
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