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Tg2 e TG Regione in polemica con la Rai: ascolti in calo e riduzione dei fondi

I telegiornali di Rai2 e Rai3 esprimono le loro forti perplessità sulle scelte fatte da Rai sul loro lavoro.

domenica 19 gennaio 2025

/ by Tv Italiana


L'ombra grigia di TeleMeloni inizia a far innervosire anche i telegiornali meno in vista della nostra tv di stato come il Tg2 e il TG Regionale in onda su Rai Tre. Nello specifico, le problematiche annunciate sono due: da un lato c'è incessante calo di ascolti del principale notiziario in onda su Rai Due,  dall'altro lato c'è una volontà palesata di ridurre le redazioni regionali a trasmissioni con immagini d'archivio in quanto la sede centrale avrebbe imposto sempre meno servizi da realizzare in esterna, sul luoghi de fatti. Andiamo a scoprire nel dettaglio queste due nuove polemiche nel prossimo paragrafo, qui sotto.

TG2: "Situazione avvilente, piano di rilancio scomparso"
Come detto, il Tg2 si sta lamentando da tempo dell'imperante calo di ascolti che da tempo sta registrando il notiziario in onda alle ore 20:30 e il suo appendice Tg2 Post. Le cifre maturate giornalmente sono davvero tanto basse e il Comitato di Redazione ha deciso di protestare mettendo nero su bianco quello che sta succedendo negli uffici del notiziario:

Ormai non si può più parlare di preoccupazione, ma di vero e proprio allarme. Gli ascolti del Tg2 stanno toccando minimi storici, una situazione avvilente che la redazione non merita. Ieri, 15 gennaio 2025, il Tg Sera è sprofondato al 3,1% con 639mila spettatori. La direzione ha annunciato da tempo un piano di rilancio per l'edizione della sera, cui di fatto non è stato dato alcun seguito. Il cdr del Tg2 chiede dunque un incontro urgente con la direzione e si riserva tutte le azioni possibili a tutela della testata e del futuro di chi ci lavora. (ANSA)

 La situazione al Tg2 resta grave anche in virtù del fatto che spesso il notiziario non riesca a dare maggior approfondimento sulle cosiddette breaking news, le notizie dell'ultima ora. Il portale Avvenire ci informa di cosa è successo con il recente annuncio di pace in Palestina:

Ascolti definiti «avvilenti»in una mail indirizzata al direttore. Peccato che Antonio Preziosi, mentre veniva siglata la tregua tra Israele e Hamas, era impegnato a presentare il suo libro insieme al ministro degli Esteri Antonio Tajani, considerato suo principale sponsor. Alla presentazione c’era anche il caporedattore Esteri, Marco Sabene. Risultato: il telegiornale è andato in onda con un solo servizio dedicato e un collegamento con il corrispondente. Per dire, il Tg1 aveva quattro servizi e due collegamenti.

Insomma fra un piano di rilancio fantasma e i suoi diretti responsabili fuori servizio, il Tg2 sarebbe in tilt. Ma ci sono polemiche anche nelle redazioni dei Tg Regione.

TG Regione: "Rai taglia i budget, ora Skype e video d'archivio"
Polemiche anche dalle parte dei Tg Regione. Attraverso una nota diffusa dal sindacato dei giornalisti Rai, UsigRai, si legge della critica situazione in cui vertono le varie redazioni dislocate nelle 20 regioni d'Italia:

Parlano di efficientamento delle risorse, ma intendono tagli che determinano un ridimensionamento del Servizio pubblico regionale. La risposta della Rai alla Commissione di Vigilanza sulla disastrosa situazione delle troupe nella Tgr ha il merito di rendere chiaro quale è il vero interesse dell’azienda quando si parla di informazione regionale: risparmiare, senza curarsi delle disposizioni del Contratto di Servizio che prevedono “la valorizzazione delle sedi regionali e il racconto all’interno dell’informazione regionale delle diverse realtà sociali, economiche e culturali provinciali”. Racconto che secondo l’azienda dovremmo fare da remoto, senza andare sui territori, senza parlare in prima persona con cittadini e cittadine, istituzioni, realtà associative, lavoratori e lavoratrici.

Interviste via Skype, con bassa qualità video, condite da immagini di repertorio che ci ancorano ad una scrivania, negandoci un rapporto diretto con gli interlocutori. Un modello evidentemente virtuoso secondo l’azienda, che in questi anni ha solo voluto risparmiare sull’informazione regionale, tra budget e troupe ridotte, telecineoperatori pensionati e mai sostituiti, trasferte sempre meno frequenti. Tutto questo mentre le nomine al vertice della testata, al contrario, tra vicedirettori e condirettori, si moltiplicavano. Con buona pace della necessità di razionalizzazione.

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