Anche quest'anno il MOIGE (Movimento Italiano Genitori) ha approfittato della fine della stagione televisiva 2021 - 2022 per assegnare i Bindoncini: un non-premio che punta ad evidenziare quali sono i più "spazzatura" e dunque poco adatti ad un pubblico composto da famiglie. Anche quest'anno a farla da padrona sono soprattutto le trasmissioni Mediaset: su 5 Bidoncini assegnati a programmi televisivi ben 2 sono produzioni trasmesse sulle reti berlusconiane. Ecco l'elenco completo delle trasmissioni definite trash dal MOIGE per la stagione televisiva 2021 - 2022.
- Grande Fratello VIP 6 - reality show per Canale5 / Mediaset
La sesta edizione ha battuto ogni record [...] ma il primato peggiore è stato senza dubbio nella firma autorale che, quest’anno, più che un reality ha confezionato una piatta e melensa soap opera su una costante pornografia dei sentimenti. Neanche la partecipazione di Manuel Bortuzzo, costretto su una sedia a rotelle da una tragedia di cronaca, è riuscita a far risalire il reality dalla palude del gossip, ospite fisso di ogni puntata, riducendo anche il percorso del giovane al solito flirt con un’altra concorrente. Quando è lo stesso popolo del web a inorridire per ciò che va in onda c’è poco altro da aggiungere: come nel più becero gioco delle coppie, sono soltanto le relazioni innescate tra i partecipanti, per lo più aggressive e accese da provocazioni orchestrate dagli stessi autori, ad essere tema portante della trasmissione andando oltre ogni decoro. Ciascun inquilino della casa è stato “spogliato” della sua storia personale per interpretare uno stereotipo, come il “cascamorto agé” prima con Amedeo Goria e poi con Giucas Casella, la “giudice dall’ultima parola” riservato a Katia Ricciarelli, la “prezzemolina” Soleil Sorge, protagonista di ogni dinamica e anche di un triangolo amoroso nella coppia Alex Belli - Delia Duran. Insomma, quest’anno se possibile si è andati ancora più in basso a raschiare il fondo del trash in un programma ormai del tutto svuotato anche della sua famosa identità.
- La Pupa e il Secchione Show - reality show per Italia1 / Mediaset
Cambiano format, titolo e conduttori ma La Pupa e il Secchione peggiora. Oltre al ritorno dello studio, quest’anno la novità più grande riguarda il cast: al fianco di perfetti sconosciuti ci sono tanti personaggi tv già protagonisti dei programmi di Barbara D’Urso. Una scelta voluta dalla presentatrice e per nulla casuale: in questo modo tornano in auge alcune antipatie e rapporti conflittuali. I toni si alzano e le dinamiche si complicano tanto da mettere quasi in secondo piano il tradizionale gioco per far spazio a presunte storie d’amore, gelosie e uomini contesi. All’immancabile dose di trash, volgarità e pesanti liti si aggiunge la violenza fisica. Durante un duro confronto in villa, Paola Caruso ha colpito con uno schiaffo Mila Suarez. La produzione ha squalificato la concorrente ma con colpevole ritardo: la Pupa è stata tutta la puntata in studio, riaccendendo continuamente la polemica con la rivale, e solo alla fine è stata estromessa. Prevedibile e poco credibile il siparietto della puntata successiva in cui le due contendenti, di fronte ad una stizzita presentatrice, si sono scusate. Barbara D’Urso si è costruita uno show su misura, una sorta di Domenica Live con sullo sfondo le tradizionali prove da La Pupa e il Secchione. Per nulla convincente, poi, la sua gestione della vicenda precedentemente raccontata: la conduttrice ripetutamente ha preso le distanze dal gesto di violenza, ma l’ha fatto rivangando antichi tormentoni, con le solite espressioni facciali, finendo per far perdere credibilità al messaggio.
- Drag Race Italia - talent show per Real Time / WB Discovery
Sbarca su Real Time la prima edizione di Drag Race Italia, la versione nostrana del format statunitense RuPaul’s Drag Race. [...] Nonostante durante la trasmissione più volte si dia spazio alle storie umane delle concorrenti, che rivelano anche momenti difficili della loro vita, il format è completamente inadatto per una programmazione di prima serata. Tra parolacce, espressioni eccessive e soprattutto look indecenti, la volgarità regna sovrana. In più di una circostanza, le protagoniste si sono presentate in scena con vestiti che a stento coprivano le loro parti intime. Un prodotto del genere inoltre può essere destabilizzante per bambini in piena fase evolutiva, che assistono continuamente, e senza difese, a repentini cambi di genere. Nulla da eccepire sulle libere scelte dei concorrenti, ma ad essere bocciata è la strategia degli autori: il gioco prevale sulla realtà e questi switch non vengono adeguatamente spiegati, finendo per generare confusione a causa di informazioni non esaustive
- Il Principe cerca Figlio - film per Amazon Prime Video
Trentatré anni dopo Il principe cerca Moglie, Eddie Murphy torna a vestire i panni del principe Akeem nel sequel, Il principe cerca figlio. Il nuovo re di Zamunda scopre che ha un figlio illegittimo nel Queens, Lavelle Junson, concepito con una donna conosciuta all’inizio della sua avventura americana. Poi trapiantato a Zamunda, il giovane principe metropolitano dovrà imparare ad adeguarsi agli standard del regno. Guardando Il principe cerca figlio, sembra che il tempo si sia fermato. Non quello “reale”, perché il cambiamento del mondo e dei personaggi è chiaro e palpabile, ma quello relativo all’atmosfera, al mood stilistico del film, che pare non voler tenere conto dell’evoluzione più che trentennale della commedia di appartenenza. Il film riesce a mantenere intatto soprattutto lo spirito del cult originale, mentre il divertimento non è poi così presente; sembra nato vecchio e diretto con fare anonimo, più intenzionato a sfruttare il bacino dei fan di vecchia data. Il lungometraggio, sin da subito, si rivela estremamente attento al politicamente corretto: ciò ha influito, inevitabilmente, sul tono generale dell’opera e sulla costruzione degli sketch, imbarazzanti e sempre forzati.
- Squid Game - serie tv per Netflix
In Corea, 456 persone accettano di partecipare a sei giochi su un’isola: in palio una cifra in grado di risolvere tutti i loro problemi. Squid Game, gioco del calamaro, è il gioco più comune tra i bambini coreani e le prove sono i classici giochi di strada dei più piccoli ma con una sostanziale differenza: chi perde muore. I partecipanti sono numerati e quando muore un concorrente il montepremi si alza di cento milioni di Won. Durante la visione non si può fare a meno di giudicare le debolezze dei concorrenti, ma anche provare tenerezza per loro, soprattutto quando si uniscono in una collaborazione che diventa simbolo di un’umanità e di un coraggio che vanno oltre la loro condizione. Più volte nella serie viene sottolineato come i partecipanti vivano lì una situazione di uguaglianza e democrazia che fuori non è loro concessa, vittime del privilegio e della prevaricazione sociale. Tale messaggio, però, passa in secondo piano rispetto all’annientamento della vita e alla crudeltà nel giocare con l’essere umano. Pochi partecipanti riescono a mantenere la loro umanità, altri sono disposti a tradire il proprio compagno e a gesti aberranti per salvare la propria vita. Si ritiene la serie adatta a un pubblico +18 e non +14 come indicato.
Fra i prodotti non "premiati" con il Bidoncino del Trash ma giudicati comunque poco family friendly c'è anche The Ferraagnez: il docu-reality sulla vita di Fedez e Chiara Ferragni, quest'ultima da poco eletta co-conduttrice per Sanremo 2023:
È il “dietro le quinte” della vita quotidiana della ricca e famosa coppia formata da Chiara Ferragni e Fedez, webstar sui social con attivissimi profili Instagram. La docu-serie segue un periodo che va dalla fine del 2020, passando per la partecipazione del cantante al Festival di Sanremo fino a marzo 2021, momento in cui nasce la loro secondogenita Vittoria. Insieme allo scorrere di eventi nella vita privata e professionale, si dipanano anche una serie di riflessioni che la coppia elabora insieme a un terapista. Come monografia sulla vita quotidiana dei due personaggi, questa serie non permette di comprendere molto più di quello che già si vede dai loro canali social. Anzi, The Ferragnez sembra proprio un’estensione delle loro storie Instagram, mostrando tutto quello che non appare in quei fatidici quindici secondi. Ricchezza, status professionale e una certa noia causata proprio da una vita agiata ispirano un modello distorto di famiglia, eccessivamente edulcorato. Per via di alcune scene con linguaggio improprio, la visione è consigliata agli utenti dai 16 anni in su.
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