Il racconto dei tragici giorni del rapimento di Aldo Moro, visti attraverso i molteplici punti di vista dei personaggi che di quella tragedia furono protagonisti e vittime: lo propone Esterno Notte di Marco Bellocchio che lunedì 14, martedì 15 e giovedì 17 novembre in prima serata su Rai1 torna su quelle drammatiche pagine della nostra storia con un nuovo originale sguardo. Nel cast Fabrizio Gifuni nel ruolo di Aldo Moro, Margherita Buy (Eleonora), Toni Servillo (Paolo VI), Fausto Russo Alesi (Francesco Cossiga), Gabriel Montesi (Valerio Morucci), Daniela Marra (Adriana Faranda). Questa mini serie in sei episodi è stata accolta molto positivamente dalla stampa estera a seguito di una brillante presentazione al Festival di Cannes, dove ha ricevuto dieci minuti di applausi.
Esterno Notte: la trama
1978. L’anno tra i più tormentati e ingombranti per la storia d'Italia. Violenza di piazza, rapimenti, gambizzazioni, scontri a fuoco, attentati. L’anno del rapimento e dell’omicidio del presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, da parte delle Brigate Rosse, l’organizzazione terroristica italiana di estrema sinistra costituitasi nel 1970 per propagandare e sviluppare la lotta armata rivoluzionaria per il comunismo. L’anno in cui sta per insediarsi per la prima volta un governo sostenuto dal Partito Comunista (PCI), in una storica alleanza con la Democrazia Cristiana. Aldo Moro, il suo Presidente, è il principale fautore di questo accordo che segna un passo decisivo nel reciproco riconoscimento con il più grande partito comunista in Occidente guidato da Enrico Berlinguer. Proprio nel giorno dell’insediamento del Governo, il 16 marzo 1978, sulla strada che lo porta in Parlamento, Aldo Moro e gli uomini della sua scorta cadono in un agguato in via Fani a Roma. Il presidente della DC viene rapito e l’intera scorta sterminata. La sua prigionia durerà cinquantacinque giorni, scanditi dalle lettere di Moro e dai comunicati dei brigatisti. Cinquantacinque giorni di speranza, paura, trattative, fallimenti, buone e cattive azioni al termine dei quali il suo cadavere verrà abbandonato in un’automobile in via Caetani, esattamente a metà strada tra la sede della Democrazia Cristiana e quella del Partito Comunista Italiano.
Esterno Notte: la prima puntata, anticipazioni
Roma, marzo 1978. Aldo Moro, Presidente della Democrazia
Cristiana, il primo partito d’Italia, è stato liberato dalla Brigate
Rosse, l’organizzazione terroristica di estrema sinistra
che l’aveva rapito, ed ora scruta con occhi inclementi i suoi
compagni di partito, riuniti al capezzale del suo letto di
ospedale: Giulio Andreotti, Francesco Cossiga e il segretario
di partito Benigno Zaccagnini. Fuori infuriano gli scontri di
piazza: è la stagione più calda dello scontro tra Occidente
e “blocco sovietico”. In realtà Aldo Moro non è stato ancora
rapito e sta invece lavorando per far nascere il primo governo
di unità della storia repubblicana con l’appoggio esterno del
Partito Comunista Italiano. Da un lato contiene i malumori
espressi dai rappresentanti delle varie “correnti” del suo
partito, dall’altro si adopera per ottenere la garanzia del voto
di fiducia da parte del segretario del PCI Enrico Berlinguer.
Il “compromesso storico” di cui Moro è primo promotore,
però, suscita malumori ovunque: non solo nei corridoi di
Montecitorio ma anche in piazza, tra gli studenti universitari
de La Sapienza e in Vaticano, dove Papa Paolo VI esprime al
Presidente della DC tutte le sue perplessità su questa mossa
politica. Intanto Adriana Faranda, Bruno Seghetti e Raffaele Fiori, alcuni membri della “colonna
romana” delle BR, rapiscono Moro il 16 marzo, giorno stesso della fiducia al IV governo Andreotti,
dopo aver ucciso in via Fani i cinque uomini della sua scorta.
Esterno Notte: la seconda puntata, anticipazioni
Francesco Cossiga, neo ministro dell’Interno,
presiede il Consiglio di guerra convocato in seguito
al rapimento di Moro anche se i sensi di colpa per
quanto accaduto sembrano sopraffarlo. Domenico
Spinella, capo della Digos, vorrebbe coinvolgere i
responsabili della sicurezza del PCI nelle indagini,
dal momento che hanno uomini proprio in quegli
ambienti che più fiancheggiano l’operato delle BR,
ma i colonnelli del Consiglio si oppongono al loro
coinvolgimento. Intanto la brigatista Adriana Faranda
viene riconosciuta da più testimoni come colei che
avrebbe acquistato le finte divise da aviatore servite
al commando di brigatisti per appostarsi senza dare
nell’occhio. Nei controlli a tappeto che seguono gli
agenti di Polizia arrivano fino al covo di via Gradoli
dove si nascondono i brigatisti Mario Moretti e
Barbara Balzerani, ma quando nessuno gli apre,
invece che sfondare la porta desistono. Intanto la richiesta di Aldo Moro di avviare una trattativa
segreta con le BR fatta pervenire privatamente a Francesco Cossiga viene vanificata dalla
pubblicazione della lettera. Steve Pieczcenik, consulente americano specializzato in rapimenti
di ostaggi, suggerisce al ministro dell’Interno di discreditare Moro così da rendere sue eventuali
confessioni inattendibili e al contempo di fingere di aprire una trattativa con le BR per poi forzarli
a una resa incondizionata. Quando il 15 aprile 1978 le Brigate Rosse condannano a morte Moro,
lo esorta a sondare le reazioni dell’opinione pubblica nell’eventualità della sua morte. Cossiga fa
pubblicare un falso comunicato delle BR in cui annunciano l’uccisione di Moro e l’occultamento
del suo cadavere nel lago della Duchessa, in Abruzzo
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