Attraverso una nota diffusa sul sito della Rai, il programma di inchieste Report rende noto di aver ricevuto una doppia querela da parte del partito politico Fratelli d'Italia dovuta alla messa in onda di un servizio trasmesso lo scorso gennaio 2024. La suddetta doppia querela è caduta sulla testa di Sigfrido Ranucci - conduttore del programma - e su Giorgio Mottola, l'inviato che in qualità di freelance ha collaborato con la trasmissione Rai per la realizzazione dell'inchiesta. Il motivo di questa querela? Nel servizio è stato spiegato che vari esponenti di Fratelli d'Italia sono stati arrestati per legami con la mafia negli ultimi 5 anni.
Nel comunicato diffuso dalla trasmissione Report - che trovate qui - leggiamo testualmente:Fratelli d’Italia, nella sua persona giuridica (dunque non c'è nome e cognome del querelante, ndr.), ha presentato una richiesta di risarcimento danni, in sede civile, nei confronti dell’inviato di Report, Giorgio Mottola. La puntata incriminata è “La mafia a tre teste”, in cui il giornalista della trasmissione di Rai3 ha rivelato, tra le altre cose, i passati rapporti del padre della Presidente del Consiglio con il boss della mafia di Roma, Michele Senese. Nella istanza di mediazione, che precede la causa civile, si legge che il riferimento fatto dal giornalista nel corso dell’inchiesta ai numerosi esponenti di Fratelli d’Italia arrestati per mafia negli ultimi 5 anni, “ha arrecato grave nocimento all’immagine del partito politico Fratelli d’Italia”. E per questa ragione, il partito di Giorgia Meloni chiede al giornalista di Report un risarcimento superiore ai 50mila euro.
Una rivelazione che lascia stupiti sotto vari punti di vista. In primis il fatto che a mettere nero su bianco che molti politici di Fratelli d'Italia siano coinvolti con il malaffare non è di certo Report ma lo racconta da anni la cronaca nazionale. In seconda battuta lascia impietriti anche la dovizia con cui la querela punti tutto su un risarcimento danni da 50mila Euro (molto ingente per un freelance) e non su un eventuale provvedimento sanzionatorio o disciplinare da attuare internamente in Rai.
Questa riflessione ha fatto saltare sulla sedia il sindacato UsigRai, che ha tuonato:
Fratelli d'Italia, il partito della Premier, querela Giorgio Mottola e quindi la Rai. Un fatto senza precedenti. Una querela in sede civile con richiesta di risarcimento superiore a 50mila euro. La più classica delle querele bavaglio. La denuncia non è solo nei confronti del freelance autore del servizio, ma anche nei confronti del vicedirettore Sigfrido Ranucci. Nessuna contestazione, curiosamente, nei confronti del direttore dell'Approfondimento, Corsini, lo stesso che sul palco della kermesse Atreju aveva definito Fratelli d'Italia 'il nostro partito'. Curioso anche che la denuncia sia stata presentata solo in sede civile e non penale dove l'accusa di diffamazione difficilmente avrebbe retto.
Per il UsigRai si tratta di una mossa atta a "intimidire" e "zittire" la trasmissione di Rai Tre. Al sindacato Rai si aggiunge anche un comunicato diffuso dal partito di opposizione in Commissione di Vigilanza:
Non era mai accaduto che un partito querelasse un giornalista Rai. Questi sono i veri record del governo Meloni, quelli che purtroppo non ascolteremo mai dalle reti del servizio pubblico. Con la querela per diffamazione a Mottola, Fratelli d'Italia conferma che la minaccia e l'intimidazione alla stampa è la cifra della propria azione politica.
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