In occasione del Salone del Mobile 2017 svoltosi a Milano nei giorni scorsi, siamo riusciti a fare quattro chiacchiere con Chef Rubio circa i suoi prossimi impegni televisivi. Oltre a È un Lavoro Sporco (dal 1^ maggio su DMAX), ci ha confidato qualcosa sul suo ruolo di testimonial per Amnesty International e di Origami Italiani: un sistema integrato di food e design realizzato a quattro mani con Filippo Protasoni che porterà in auge il rito di mangiare la pasta fresca.
Guarda l’intervista: la trovi qui in basso.
Quando ci è stata data la possibilità di intervistarti, abbiamo subito associato il nome di Chef Rubio con la parola impegno. Tuo ultimo impegno è quello denominato Origami Italiani. Che cos’è questo progetto?
Origami Italia è un modo di pensare la pasta al futuro ma con un occhio al passato. Io e Filippi vorremmo riproporre molto più spesso sulle tavole degli italiani la pasta fresca. Come? Con questo packaging, con uno studio dietro, abbiamo pensato di poter valorizzare non solo l’estetica della confezione ma anche il trasporto. È un aiuto per tutti i pastifici per poter sviluppare un nuovo circolo, più veloce, della pasta fresca che adesso è solo relegata alla domenica o a poche occasioni. Mentre con il packaging di Origami Italiani, la gente entra nel pastificio, in cinque minuti può avere la sua confezione ed esser sicuro di portarla sana e salva a casa senza alcun incidente di percorso.
Restando in tema di impegni, un altro impegno importante – questo a tema solidale – è quello con Amnesty International. Com’è nata questa collaborazione?
Ci siamo conosciuti per altre vie, ci siamo piaciuto e purtroppo per fatti spiacevoli che spesso vengono dimenticati dai media italiani, che preferiscono il gossip alle cose serie… È un legame solido e sono orgoglioso di essere il volto Amnesty di quest’anno e di poter dar voce a persone che non ce l’hanno.
Parlando sempre di impegni, il tuo prossimo impegno televisivo sarà: È un Lavoro Sporco, un nuovo programma prossimamente in onda su DMAX che però non sarà proprio a tema food…
In realtà il food non è abbandonato, c’è in qualche puntata, ma il fulcro nevralgico dell’attenzione per il sottoscritto e per la mia troupe è stato rivolto ai lavoratori instancabili che fanno lavori duri, spesso pericolosi o anche disgustosi perché ci sono anche delle cose molto sporche che noi non vediamo perché da loro vengono ripulite… Ecco mostriamo il lato invisibile del loro lavoro.
A TvZoom hai confermato che non faresti mai il giudice per un talent show culinario, però tu lo hai già fatto! Ricordiamo il talent I Re della Griglia…
Ma quelli erano doveri di canale! Dovevo farlo. Non una mia volontà!
Tralasciando un po’ questi “doveri di rete”, a me fresca, oggi, riaccetteresti il ruolo di conduttore / giudice ne I Re della Griglia?
Sì, perché era una cosa da fare da contratto quindi sono parte di una azienda e devo fare anche delle cose che forse non mi tornano al cento per cento. È stato comunque un motivo di crescita, ho conosciuto altri professionisti e ho cercato di smussare quella parte che disprezzo dei talent show con quello che è il mio credo.
Ovviamente se si dovesse riproporre in futuro questa situazione e non dovessi essere vincolato da alcun contratto, la mia risposta sarebbe sicuramente – e per sempre – no!
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