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Simona Ercolani affonda i talk tv: 'Solo slogan, vorrei fact checking'

in una lunga intervista, Simona Ercolani di StandByMe affonda i talk d'informazione televisivi. Ecco perché.

domenica 13 dicembre 2020

/ by Tv Italiana
simona ercolani

Intervistata da Rivista Studio, l'autrice e produttrice tv Simona Ercolani (StandByMe) si è spesa molto sul tema dei talk show d'attualità che imperano in questo momento in tv e che molto spesso sono al centro di polemiche e dibattiti.

Chi fa televisione deve ricordarsi di avere una responsabilità sul pubblico [...] Penso che quello che stanno facendo le trasmissioni d'informazioni negli ultimi anni fra 20 anni ne riparleremo con orrore. Penso che abbiano una grandissima responsabilità perché anche l'informazione in televisione sottostà alle regole degli ascolti. E per fare ascolti, devi esagerare nel conflitto. Rendere clamorose (choc, ndr) le notizie. Anche perché c'è una tale quantità di offerta informativa in televisione per cui ogni giorno c'è da trovare qualcosa su cui discutere e su cui fare il tifo. I talk show informativi si sono trasformati in un continuo Processo del Lunedì. Da un alto i bianchi e da un lato i neri. Oramai è diventato tutto un conflitto. 

La Ercolani, per avvalorare la sua tesi, cita un esempio storico:

Il primo talk show politico della storia è Best Of Enemies, basato sulla dualità. Con Gore Vidal e William Buckley. Siamo nel 1968 sulla ABC. Nato perché non avevano soldi per seguire il Congresso delle elezioni presidenziali. Non potendo accedere con le telecamere, si sono inventati questo talk dove commentavano questo congresso. Al centro del dibattito, due grandissimi intellettuali con visioni della politica opposte. Senza mai una litigata. Un duello di menti raffinatissime. 
Ecco, oggi perché siamo pieni di talk? Perché costano pochissimo! Perché accarezzano il narcisismo e l'ego di politici e giornalisti. Perché poi danno popolarità. E quindi poi scatta la gara ad andare. E li fanno perché costano poco perché la gente ci va gratis. Sono pochi quelli che vanno pagati. Quindi una rete deve pagare tanto il conduttore e poi ci sono lo studio e le telecamere che hanno un costo inferiore. Ma cosa viene richiesto agli ospiti? Gli vien chiesto di portare uno spettacolo, di esagerare nella manifestazione delle loro idee.

L'analisi sulla deriva dei talk show televisivi di Simona Ercolani continua con altre succose riflessioni:

Un'altra cosa che viene chiesta è il ritmo. Dovendo stare nel ritmo televisivo non potrai mai svolgere un ragionamento. E se non puoi fare nemmeno un ragionamento, ti devi esprimere solo a slogan. E la comunicazione insegna che gli slogan sono esagerati per definizione. Questi talk show sono un gorgo mostruoso che fa emergere il peggio di tutti
Questa faccenda mi accalora da morire! Oramai è intrinseca nei talk l'esagerazione. Oramai si arriva a raccontare solo ciò che non funziona così da titillare la rabbia e il rancore. Perché sennò su cosa creo un litigio? Il dibattito lo scateni stando all'opposizione di tutto, e sempre! È un veleno!

La produttrice pone l'accendo anche sulla mancanza di fact checking oltre che l'assenza di un conduttore "arbitro" imparziale:

Ci sono sere che se tu scanali senti delle cose mostruose, sessiste... L'altra sera autorevoli esponenti della nostra Classe Dirigente italiana dicevano in tv che "i trans sono malati"... e nessuno si è opposto! Perché in Italia non ci sono tanti conduttori che interrompono tutto e dicono "scusi ma ha detto una sciocchezza".

Nei talk show nessuno viene mai interrotto se non per motivi di tempo e/o ritmo. Tu puoi pure andare in un talk a dire che il 30% degli italiani muoiono di fame e non troverai mai uno che ad un certo punto tira fuori una tabella e ti dice che è una stupidaggine. Tu puoi andate in televisione e dire tutto: non vieni mai contraddetto dall'autorità presente in studio. Forse sono rari i casi in cui politici e opinionisti vengono banalmente stoppati da un fact-cheking. 

Il suo forte intervento viene concluso da una proposta:

Vorrei che in tutti i programmi in cui si fa informazione ci sia qualcuno predisposto al fact-checking. Perché è impensabile che il telespettatore veda qualcosa in televisione e si fida; pensa che sia sempre vero ciò che viene raccontato. E non è così. 

Sebbene Simona Ercolani non abbia mai fatto alcun nome specifico nel corso del suo intervento, sono chiari i riferimenti fatti ai talk show d'informazione del gruppo Mediaset come Dritto e Rovescio, Fuori dal Coro, Quarta Repubblica o LIVE Non è La D'Urso dove imperano sistematicamente i vari vizi raccontato dalla produttrice. 

Qualcuno al Biscione prenderà le distanze?

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