I tanti appassionati dei dati ascolti del mattino potrebbero avere uno shock alla scoperta di questa interessante ricerca: la pandemia ha tolto da davanti ai televisori ben un milione e mezzo di italiani. E questa che ci stiamo raccontando non è una cifra campata per aria ma l'esatta analisi tirata fuori da uno studio realizzato nelle scorse settimane sul rapporto di pubblico medio televisivo fra quello del 2019 e quello del 2021, prima e dopo il Covid19.
Il Covid19 ha tolto spettatori alla tv: i dati
A fornirci questa curiosità è l'Osservatorio Tv Studio Frasi sulla base delle analisi fatte su misurazioni e metriche prendendo in considerazione il periodo 26 settembre - 9 ottobre 2021. Lo stesso periodo rapportato agli anni 2020 e 2019 denota come sia possibile registrare una fuga di spettatori non di poco conto. L'analisi dimostra che:
- nella fascia mattiniera (ore 07:00 - 09:00) la platea si è ridotta del 5%;
- la fascia pranzo (ore 12:00-15:00) e access prime time (ore 18:00 - 20:30) hanno perso anche loro 1 milione di spettatori in media;
- in prima serata (ore 20:30 - 22:30) si sono persi circa 1.8mln di spettatori;
- nella seconda e terza serata sono spariti in media 8,9% degli spettatori (1mln di persone fra le ore 22:30 e le ore 2:00).
Ma questo milioncino che ha deciso di tenere spenta la tv, di quale categoria socio-economica fa parte? Tenendo conto della sola prima serata, sembra che un po' tutti i target abbia deciso di mollare il colpo ad eccezione degli over 65 che vivono da soli in casa e il pubblico con un ceto economico e di istruzione più basso. A fuggire di più da bagliore del teleschermo è soprattutto il popolo delle telespettatrici: nel corso della giornata si registra l'assenza di 1.1 milioni di donne davanti alla tv. È stata registrata una fuga anche del sesso maschile ma sicuramente più contenuta ("solo" 481mila).
Siliato dell'Osservatorio Tv racconta anche che la platea attualmente davanti alla tv nel post-pandemia ha caratteristiche molto chiare:
Il popolo della tv è più femminile, più anziano e più povero della media del popolo italiano, ed è sempre stato così. Oggi è ancora così se si guardano i numeri assoluti, ma se andiamo a vedere nel dettaglio è come se si pareggiasse. Perché ad aumentare sono gli uomini, i laureati e quelli con il reddito più alto.
E guai a dare la colpa a Netflix, TimVision o Prime Video. Il calo degli spettatori non ha nulla a che vedere con l'esplosione del mondo OTT:
Non si tratta di frammentazione del pubblico perché chi sta a casa continua ad accendere la tv e non sembrerebbe virare su Netflix o simili. I numeri dei canali che trasmettono in streaming e che sono fuori dall’Auditel, per quanto segreti, non riuscirebbero a coprire il milione e mezzo delle persone che mancano all’audience. Ad esempio, la seria A su TIM Vision per loro stessa ammissione ha fatto 500mila abbonati. Le “altre”, ovvero tutto quello che è non è misurato da auditel, si incrementa soprattutto quando ci sono le coppe e il calcio, ma l’incremento non va oltre i 200mila spettatori.
Insomma, il trend è che cresce il popolo dei telespettatori uomini, acculturati e molto benestanti. Un guaio per una generalista commerciale come Mediaset che punta tutto sull'esatto opposto fra soap opera, dating show trash, reality a tema gossip e talent show mixati a people show:
Mediaset non ha mai avuto una vocazione produttiva - spiega l'esperto di dati Balassone - e ha la sua forza proprio nel fatto di non essere ambiziosa a livello di contenuti. Deve capire come continuare a crescere con un modello tutto basato sulla pubblicità.
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