"Spegni la Rai. Non lo vedi che il Fascismo è già qui": questo è il messaggio scritto a lettere cubitali che da circa un giorno campeggia in alcune zone della città di Roma. Il manifesto azzurro, corredato da una caricatura della premier Meloni e da un braccio teso, è una iniziativa della Rete degli Studenti Medi Lazio che, a seguito delle numerose controversie di matrice politica scoppiate attorno alla Tv di Stato, ha deciso di prendere di peso la situazione organizzando una manifestazione di protesta che avrà luogo proprio nella Capitale il prossimo 25 aprile 2024 a Largo Bompiani a partire dalle ore 10:00.
Il movimento sindacale studentesco ha motivato l'iniziativa con un comunicato diffuso sui social:
Questo Governo tenta di rendere la televisione pubblica uno strumento per la sua propagando, lo abbiamo visto con la censura di Sanremo, con l’introduzione di pene detentive per diffamazione, con le nuove regole sulla par condicio. Per questo abbiamo riempito le strade delle nostre città con questi manifesti, per questo il 25 Aprile saremo in piazza, perché quest’anno più che mai serve lottare uniti contro il fascismo di ieri e di oggi, contro un governo che viola la libertà di stampa e vuole ridurre il servizio pubblico al suo megafono. Vogliamo un’informazione libera, non uno strumento di propaganda della maggioranza. Saremo opposizione a questo Governo fascista, in difesa della nostra democrazia.
Le agitazioni attorno a questa Rai sembrano moltiplicarsi: oltre a questa manifestazione studentesca, anche l'Assemblea dei Consigli di Redazione Rai ha proclamato a larghissima maggioranza lo stato di agitazione e ha affidato a Usigrai un pacchetto di 5 giorni di sciopero in quanto "contesta la volontà di trasformare il Servizio Pubblico nel megafono dei partiti, e all'azienda gli accorpamenti di testate calati dall'alto che svuoterebbero Radio1 della sua vocazione all news" ma anche "la mancata volontà di indire una selezione pubblica per sostituire gli oltre 100 colleghi usciti dalla Rai negli ultimi anni, il mancato rispetto degli accordi sindacali sugli organici nella TgR, l'assenza di risorse per stabilizzare i precari che lavorano nelle reti, i tagli alle troupe e la disdetta da parte del vertice del premio di risultato" riassume AGI.
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