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Addio a Alessandra Valeri Manera: 'mamma' della tv dei ragazzi Mediaset e delle censure agli anime

È morta a 67 anni Alessandra Valeri Manera: la "mamma" della tv dei ragazzi di casa Mediaset.

domenica 23 giugno 2024

/ by Tv Italiana

È morta lo scorso 20 giugno 2024 a Rapallo la 67enne Alessandra Valeri Manera, un nome che forse non vi dirà molto ma che invece è stata molto importante per circa vent'anni nell'universo dei contenuti per bambini e ragazzi sulle frequenze dei canali Mediaset e Fininvest. Fin dai suoi esordi nell'azienda berlusconiana, la Manera si è data anima e corpo a curare moltissimi degli aspetti della cosiddetta Tv dei Ragazzi sulla tv generalista che oggi è tristemente relegata ai canali temaatici del digitale terrestre. A lei dobbiamo, ad esempio, la scrittura di tutte le più famose sigle dei cartoni animati interpretate da Cristina D'Avena e molte di quelle passate di Giorgio Vanni, che la convinse ad inserire ritmo "tunz tunz" dei cartoni di ultima generazione (lo rivelò con ironia tre anni fa ad un evento per ragazzi).

In qualità di dirigente del gruppo televisivo di Cologno Monzese dal 1980 al 2011, Alessandra Valeri Manera è stata anche la madrina ed ideatrice di alcuni dei programmi realizzati in studio per i ragazzi: Bim Bum Bam, Ciao Ciao e gli sceneggiati interpretati da Cristina D'Avena con cui si è riusciti ad inseguire il trend degli anime giapponesi (uno su tutti Love Me Licia, il live action di Kiss Me Licia).

Le scelte di Alessandra Valeri Manera furono apprezzatissime dalla maggior parte degli spettatori ma non dai puristi degli anime, che hanno trovato in lei un capro espiratorio da additare in virtù delle numerosissime censure attuate per poter meglio aderire alla messa in onda in orari diurni e al pubblico medio da colpire, ovvero i minorenni.

A tal proposito, in uno special a tema Lupin III, realizzato da Mediaset nel 2015, Manera rivelò quanto segue:

Gli anime furono di rottura perché piacquero tantissimo al pubblico giovanile e, invece non vennero assolutamente compresi dal adulto, dai genitori. I ragazzi e i bambini capivano subito perché i tempi e le sceneggiature delle anime erano molto vicine a quello che potevano essere la loro realtà emotiva e del giorno per giorno. I genitori non lo capivano.  La scelta era mettiamo in onda questi prodotti o non li mettiamo in onda? E se li mettiamo in onda comunque dobbiamo correggere qualche cosa. 

E' stata una procedura che è costata tantissimo a noi, perché ogni episodio andava controllato. Una volta controllato, se c'erano dei dubbi chiamavamo lo psico-terapeuta, magari più di uno. Per sentirci dire cosa ne pensavano, tutto questo aveva un costo. 

Un grosso problema è nato col fumo. Perché in Lupin si fumava spesso, e ad un certo punto non si poteva più fumare, ma io lì non sapevo bene cosa fare, perché o non andavo in onda con l'episodio...ma lì i tagli erano impossibili. Allora abbiamo tagliato dove era possibile o per lo meno sfocato il primo piano del pacchetto di sigarette, ma più di quello non potevamo fare. Per Lupin ci sono arrivate un sacco di multe.

Il Giappone ha un background completamente diverso dal nostro. Il nostro background è un background che comunque è legato alla religione cattolica cristiana e loro no. I prodotti che in Giappone non creano nessun problema, da noi in Italia possono creare problemi. Facciamo un esempio molto semplice: lì tutti fanno il bagno assieme, mamma, papà, bimbo, bimba. Lei capisce bene che se mettevo in onda una sequenza simile, l'indomani mattina avrei trovato i genitori che mi aspettavano fuori con i forconi.

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