Nel corso della settimana, fra web e stampa è esplosa la polemica legata all'incredibile intervista fatta da Giuseppe Brindisi al Ministro degli Esteri russo Lavrov nel corso della trasmissione Zona Bianca: il talk show di Rete4. Una intervista comizio, senza alcun contraddittorio o smentita, conclusasi con un sornione "buon lavoro Ministro Lavrov" dalla viva voce del padrone di casa del programma Mediaset. La faccenda ha trovato parecchio risalto anche grazie al duro commento dell'attuale Premier, Mario Draghi, che ha commentato con toni negativi l'accaduto. Oggi però ad apostrofare l'accaduto è anche un portavoce della Comunità Europea...
Unione Europea contro i talk: "Non permettere propaganda russa in tv"
Commentando proprio quanto accaduto nei giorni scorsi del talk show Mediaset, anche il portavoce della Commissione per il Digitale dell'Unione Europa Johannes Bahrke ha espresso un ferreo parere sulla faccenda:
Le emittenti in Italia e negli altri Stati membri non devono permettere l’incitamento alla violenza, l’odio e la propaganda russa nei loro programmi, come previsto dalla direttiva UE
Il richiamo a livello europeo ha reso ancor più critica la questione. Mediaset ha provato a mettere una toppa su quanto fatto da Brindisi e dalla sua trasmissione attraverso una dichiarazione ufficiali di Mauro Crippa, direttore generale dell'Informazione Mediaset:
Le deliranti affermazioni del ministro degli Esteri russo Lavrov a 'Zona Bianca' rivestono particolare importanza perché confermano chiaramente la mancanza di volontà da parte di Putin di arrivare a una soluzione diplomatica della guerra dei russi contro l'Ucraina. E comunque la si pensi, oggi sappiamo qualcosa in più della Russia e di chi la governa.Condivise o no, eppure nei principali talk show televisivi (fra cui una buona parte di quelli trasmessi da Rete4) l'ok alle più deliranti affermazioni salva-Putin sono quasi all'ordine del giorno.
Quanto alle accuse e agli assurdi parallelismi di Lavrov su Hitler e gli ebrei, solo antisemiti viscerali possono ancora dare credito a quelle che appaiono come follie allo stato puro, oltre che a falsi storici già smentiti dai fatti.
Ma Lavrov non è un passante. L’intervista al ministro degli Esteri russo è un documento che fotografa la storia contemporanea. Ai critici un tanto al chilo consigliamo la visione delle programmazioni di reti, tg e speciali Mediaset sulla guerra in Ucraina. Ne trarranno facilmente la conclusione che l'azienda ha ben chiaro chi ha voluto e cominciato questo conflitto.
L’Europa potrebbe essere sempre più coinvolta in una guerra ancora più sanguinosa e noi non dovremmo sentire chi, a livello istituzionale, questo conflitto l’ha innescato? Il pluralismo dell'informazione e le buone regole del giornalismo suggeriscono sempre di ascoltare tutte le voci, anche quelle più controverse e divisive. Ma questo, come nel nostro caso, non significa condividerle.
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