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Giampaolo Rossi: “In RAI c’era egemonia, vecchia Rai3 TeleKabul’

L'attuale Amministratore Delegato Rai Giampaolo Rossi parla a ruota libera fra frecciatine e strane affermazioni su cui riflettere.

Tv Italiana 25/05/2025

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Anche quest’anno nel piccolo comune di Dogliani si sta svolgendo il tradizionale appuntamento con il Festival della TV, evento che accoglie in un weekend numerosissimi personaggi del mondo del piccolo schermo per interviste a tutto tondo su carriera e vita privata. Fra gli ospiti dei primi due giorni di manifestazione, il giornalista Luciano Fontata ha avuto l’onere di poter discutere con l’Amministratore Delegato della Rai Giampaolo Rossi del passato, del presente e del futuro della nostra Tv di Stato. Con molto coraggio, il manager ha risposto a domande parecchio spinose sui temi caldi riguardanti la Rai non nascondendo la sua visione di una Rai politicizzata fra “egemonie” nel passato, e”Rai Tre” ribattezzata “vecchia Telekabul”.  Fra gli interventi – che vi riportiamo nel prossimo paragrafo – c’è stato tempo anche di parlare di un nuovo filone di fiction che Rossi vorrebbe portare in produzione: quelle sui personaggi della storia del nostro Paese come Garibaldi e i Mille.

Giampaolo Rossi: “In passato egemonie in Rai, ora riequilibrio”

La primissima domanda che viene posta a Giampaolo Rossi è in realtà un commento ad una sua precedente dichiarazione in cui dichiarava – ricalcando alcune dichiarazioni di Giorgia Meloni – che la sua nuova direzione aveva “liberato” la Rai. L’intervistatore si chiede da cosa sia stata liberata la Tv di Stato.

Luciano Fontana: “I critici televisivi dicono che in questa fase la Rai è molto TeleMeloni. Su questa affermazione, Rossi aveva risposto che questa definizione deriva da chi ora è molto arrabbiato in quanto la Rai è stata liberata. Chiedo l’AD da che cosa è stata liberata?”

Giampaolo Rossi: “In realtà il tema non è proprio una liberazione della Rai ma quello di un riequilibrio della Rai. Il presupposto è che la Rai è il luogo principale in cui ancora oggi si costruire un pezzo importante del nostro immaginario nazionale. Questo immaginario, questo raccolto del nostro Paese avviene attraverso l’informazione, le fiction, l’intrattenimento, cosa che definiscono l’idea e la cultura del Paese. Credo che il ruolo della Rai sia quello di non imporre egemonie di alcun tipo, in passato ci sono state egemonie che si sono imposte attraverso la Rai, ma il vero ruolo della Rai è garantire un’altra egemonia che è quella della libertà d’espressione, della pluralità dei racconti […] L’obiettivo è di garantire che i racconti possano essere il più possibile plurali, molteplici, rappresentare la diversità dell’immaginario dei nostro Paese”

Giampaolo Rossi: “Altre tv dicono di fare servizio pubblico, e invece…”

L’AD Rai coglie al volo una domanda per girarla e lanciarsi al collo di alcuni reti (o di alcuni conduttori) della concorrenza che vantano di fare servizio pubblico al posto della Rai. Non è chiaro a chi si sta riferendo esattamente ma la stoccata risulta essere di natura più tecnica.

Luciano Fontana: “Lei ha dichiarato che non esiste un televisione di Destra e una di Sinistra ma una televisione buona e una cattiva. Com’è una buona e una cattiva?”

Giampaolo Rossi: “In un contesto commerciale, ovviamente gli Ascolti. Per un servizio pubblico come la Rai, c’è anche una seconda funzione che i broardcaster commerciali non possono fare. Sorrido molto quando sento alcuni esponenti del mondo televisivo commerciale dire “il servizio pubblico lo facciamo noi, il canone dovreste pagarlo a noi”. Secondo me quando dicono questo non hanno nemmeno una riga del Contratto di Servizio che lega Rai a svolgere una quantità di ruoli e funzioni che non hanno alcun valore commerciale ma che sono fondamentali nella tenuta e coesione sociale del nostro Paese. Vorrei vedere un broadcaster commerciale costretto a produrre contenuti nelle lingue minoritarie del nostro Paese, ci sono centinaia di migliaia di cittadini che sono riconosciuti come di lingue minoritarie: sloveni, croati, ladini… La Rai produce contenuti in queste lingue. Ma potrei citare altro come i prodotti di Accessibilità”

Giampaolo Rossi: “Volti di rete scappati? Scelte più o meno professionali”

L’Amministratore Delegato è stato interrogato sui volti fuggiti dalla Rai, con specifico riferimento ad Amadeus, Lucia Annunziata e Bianca Berlinguer. Tutte fughe che coincidono con l’insediamento dell’attuale nuova dirigenza. Spazio anche ad una frecciatina ad Amadeus e ai giornalisti che avevano trovato nella fuga del conduttore ravennate una sorta di sconfitta per la tv pubblica.

Giampaolo Rossi: “Alcuni volti se ne sono andati dalla Rai? È vero. Alcuni di loro hanno fatto delle scelte professionali, in alcuni casi meno professionali. Lucia Annunziata – che io stimo moltissimo – ha fatto una scelta di vita sua, ha scelto di andarsene perché comunque aveva delle prospettive di vita diverse. Sono stati tutti professionisti che han dato molto alla Rai però noi oggi abbiamo altrettanti professionisti di grande portata, vedi Stefano De Martino. Quando Amadeus decise di lasciare la Rai, sui giornali si annunciava la fine della Rai, noi abbiamo lanciato De Martino che è uno dei futuri volti dell’intrattenimento televisivo nazionale. Un exploit fuori da ogni possibile previsione. […] Abbiamo riportato in Rai Benigni dopo 12 anni. Benigni è stato un grande successo per la nostra governance […] Fuori dalla Rai non vediamo questo grande mercato di Ascolti e molto spesso sono i talent che se ne sono andati via dalla Rai che rimpiangono di essersene andati”.

Giampaolo Rossi: “Rai Tre vecchia TeleKabul, rimodulata dai Generi”

Il dibattito passa poi al commentare Rai Tre, una rete quasi completamente ricostruire fra fughe, contratti non rinnovati e test poco fortunati di nuovi programmi. Per Rossi la Terz Rete ora è libera da una “forte connotazione ideologica” e da sconvenienti “riferimenti ideologici”, dice lui.

Luciano Fontana:”Non crede che ci sia un problema nella definizione di Rai Tre? Prima quella era una rete che aveva una identità molto più definita. Alcuni dicono che sia stata parecchio destrutturata…”

Giampaolo Rossi:”Ah,  forse parla della vecchia TeleKabul, immagino? (risata, ndr.) Oggi il modello televisivo è per Generi, non più per reti. Tutti i canali si stanno ristrutturando come canali semi-specializzati e dedicati a generi specifici. Rai Tre per lungo tempo è stato il canale che ha avuto una forte connotazione culturale e ideologica. Oggi, con il modello per generi, si individua in Rai Tre un canale per l’approfondimento giornalistico e la divulgazione culturale, indipendentemente da chi la fa. Così come Rai Due è la rete che svolge la funziona dell’intrattenimento leggero e della sperimentazione. Abbiamo riorganizzato i tre canali fuori dai connotati dei riferimenti ideologici e verso quello della televisione del futuro, ovvero i generi“.

Giampaolo Rossi: “La storia dell’Italia nelle fiction”

Ne avevamo già parlato in un nostro precedente articolo del fatto che la fiction Rai si sta convertendo ad uno spaccato narrativo particolarmente nazionalista, quasi sovranista. Ma quella che noi avevamo riportato in un nostro articolo come analisi di un ente francese sul mondo dell’audiovisivo europeo, ora trova realtà nelle parole dell’AD Rai: Rossi vuole fare fiction per raccontare la storia passata della Rai attraverso le fiction.

Luciano Fontana:”Stando a quanto ha raccontato, a suo dire la precedente Rai non è riuscita a raccontare pezzi della nostra storia, a raccontare l’identità del Paese. Cosa ci sta preparando?”.

Giampaolo Rossi: Il racconto del nostro Paese attraverso la fiction. […] C’è stato un limite da parte della cinematografia italiana che in questi decenni è stata un po’ timida a raccontare le epopee della nostra storia nazionale. Penso ai Mille o al Risorgimento italiano che è incredibile che il nostro Cinema abbiamo avuto così tanta timidezza nel raccontarlo. Garibaldi ad Hollywood avrebbe avuto una storiografia di film innumerevole. Gli americani hanno inventato Fort Alamo come una grande epopea invece è un evento marginale! […] L’anno scorso abbiamo raccontato Mameli, che ha creato una melodia unificante e non divisiva del nostro Paese“.

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