Responsive Ad Slot

Pechino Express 1, Marco Pizza: "Parteciperei a The Apprentice"

Ecco la nostra intervista a Marco Pizza, concorrente della prima storica edizione di Pechino Express.

lunedì 5 novembre 2012

/ by Tv Italiana

Ciao Marco. Innanzitutto, domanda di rito: Cosa ti ha lasciato l’esperienza di Pechino Express?
Pechino Express è una di quelle esperienze che ti formano a vita, ho imparato ad apprezzare molto di più le cose che magari prima davo per scontate. Ho capito che per essere felici in realtà basta poco: queste popolazioni sono meravigliose, pur vivendo in condizioni di estrema povertà, sono pronte sempre e comunque ad aiutare il prossimo ed è un comportamento che ho riscontrato più nelle famiglie povere che ricche; questo è un insegnamento di vita da tenersi stretto e mi auguro con tutto il cuore che tale messaggio posto alla base di questo programma, sia stato ben recepito a casa dai telespettatori.

Un altro aspetto da non sottovalutare è quello che hai intrapreso un viaggio così particolare ed intricato con tuo padre Antonio. Nelle varie puntate abbiamo visto che il rapporto fra voi è scandito da momenti affettuosi ma anche da momenti un po’ conflittuali. E’ così anche nella vita di tutti i giorni o è solo dovuto allo stress della gara?
Lo stress della gara, fidatevi, incide tantissimo! Soprattutto poi quando le scelte strategiche da fare si rileveranno fondamentali per il prosieguo della competizione. E’ logico dunque avere dei punti di vista diversi, quando poi non c’è affinità di coppia, le cose si complicano e tutto sfocia nel nervosismo; ecco, fra me e mio padre, come nella maggior parte dei rapporti padre-figlio, c’è una sorta di conflitto che ormai va avanti da tempo. Abbiamo vissuto questa esperienza nella maniera più “naturale” possibile, è stato bello vedere come molti ragazzi hanno preso le mie parti, mentre molte persone più grandi quelle di mio padre.

A proposito di battibecchi, è ormai storica la contrapposizione fra la vostra coppia (Papà e Figlio) e quella di Zio e Nipote, anche se, qualche puntata fa, abbiamo visto un po’ di pentimento nelle parole sincere di Costantino della Gherardesca. Nel corso delle altre tappe siete riuscireti quantomeno a riallacciare un rapporto pacifico? Ed oggi, in che rapporti siete?

Prima di Pechino non conoscevo il “personaggio” Costantino della Gherardesca. A me è dispiaciuto vedere puntata dopo puntata questo suo continuo accanimento nei nostri confronti (naturalmente non eravamo a conoscenza di ciò che diceva sul nostro conto), anche perchè non credo esista un solo spezzone dove noi offendiamo qualcuno. Quella di Costantino è un’ironia molto sottile che ho apprezzato e ha fatto ridere anche me. Alla fine è una brava persona e lo ha dimostrato proprio nella puntata cui fai riferimento; ne è emerso un altro insegnamento molto importante: non giudicare una persona se prima non hai avuto modo di conoscerla fino in fondo. C’è poi da dire che Costa sa fare televisione come pochi, pertanto non mi stupirei se dopo questa esperienza dovessi vederlo più spesso in tv, non potrebbe che farmi piacere!

Costantino e Barù a parte, ti vediamo spesso twittare con gli altri concorrenti. Come va con gli altri compagni d’avventura? Vi sentite ancora?

Premesso che la vera forza di questo programma è stata proprio l’atmosfera positiva che si è creata tra tutti i concorrenti, mi sento spesso con gli altri, soprattutto con i “ragazzi” del gruppo! Abbiamo legato molto fra noi e quindi, tornando alla prima domanda, oltre all’esperienza vissuta, Pechino mi ha lasciato tanti amici e compagni di avventura che mi hanno reso orgoglioso di aver fatto parte di questo cast. Del resto ciò era inevitabile: quando vivi un’esperienza così estrema, condividendola con altre persone, non puoi che affezionarti a loro! Un pensiero dunque va anche a tutte le persone che hanno lavorato dietro le quinte e che hanno vissuto con noi questa avventura.

Com’è stato sapere di esser stata l’ultima coppia di “non vip” ad esser arrivata alle battute finali?
A me questa distinzione non è mai piaciuta se non per soli fini televisivi; dico la verità, all’inizio credevo anch’io nello stereotipo dei vip che si “alleano” contro i nip stile Isola dei Famosi, poi invece ho capito che tale comportamento non fa assolutamente parte dello stile dei miei compagni di viaggio. Arrivare ad un passo dalla semifinale è stato grande motivo di orgoglio e spero di non aver deluso le aspettative di chi a casa tifava per noi

Se ti proponessero di partecipare ad un altro reality (o ad un programma televisivo più in generale), quali fra quelli italiani ti piacerebbe affrontare?
Il mio obiettivo resta e sarà sempre l’università. Laurearsi in tempo è la mia priorità in questo momento e quindi non vorrei sottrarre tempo allo studio con altre situazioni impegnative. Da studente di Amministrazione e Controllo d’impresa, una volta laureato, un programma che potrebbe stuzzicare la mia fantasia è The Apprentice.

Dalla tua scheda di presentazione, abbiamo letto che hai partecipato ad un insolito web-reality universitario dal titolo “Luiss on the road” dove hai avuto la possibilità anche di intervistare qualche volto noto italiano. Parlaci un po’ di questa esperienza.
Luiss on the road è stato il “trampolino” che mi ha concesso poi di partecipare al casting di Pechino Express, di cui neanche sapevo l’esistenza. Trattava di un viaggio fatto da 3 studenti universitari alla scoperta dell’Italia migliore. Abbiamo girato tutto il Paese in auto e treno alla ricerca di persone con storie da raccontare, ma non personaggi famosi, bensì gente comune che con la propria determinazione e voglia di fare è riuscita a realizzare i propri sogni. Anche in tal caso ho preso parte al casting, dove bisognava portare una video-intervista realizzata con uno smartphone. La svolta sicuramente l’ho avuta quando mi è venuto in mente di intervistare il giorno dopo il termine del suo spettacolo Rosario Fiorello, un’impresa sicuramente ardua. Così dopo giorni di accurate ricerche, ho scoperto la zona da lui frequentata e dopo essermi appostato per ore sono riuscito ad intercettarlo e realizzare un’intervista. Questa video intervista è risultata poi la vincitrice del concorso che mi ha permesso di partecipare a Luiss on the road.

Cosa ne pensi delle dichiarazioni di Elsa Fornero? Nel mondo del lavoro, i giovani italiani sono schizzinosi?
Ho letto anch’io queste dichiarazioni e ho seguito tutte le polemiche che hanno scaturito. Oggi i giovani rappresentano il capro espiatorio di una società arrugginita, da “bamboccioni a schizzinosi”, siamo tutti una categoria di nullafacenti irrispettosi e viziati, questo è insomma il messaggio che si vuole far passare. Purtroppo però quando si fanno certe dichiarazioni forse non ci si rende conto che oggi a pagare il prezzo dei tanti errori commessi nel passato, vedi debito pubblico, siamo proprio noi ragazzi! Non credo che i giovani al giorno d’oggi pretendano di guadagnare cifre astronomiche non appena si affaccino nel mondo del lavoro, ma allo stesso tempo capisco anche quei tanti ragazzi che neanche vogliono essere mortificati con compensi irrisori o con impieghi insoddisfacenti, o peggio ancora debbano assistere alla preferenza del raccomandato di turno. Tutti hanno la voglia di realizzarsi e per farlo bisogna fare tanta gavetta, ma ricordiamoci che tanti oggi con una laurea lavorano part-time in qualche fast food dopo aver buttato per anni il sangue sui libri, perchè l’occupazione è ai minimi storici. Allora mi chiedo, di chi è la colpa se oggi i giovani non sono abbastanza tutelati e assistiamo sempre più alla fuga di cervelli all’estero? Come mai solo in Italia non si investe sulle potenzialità? Al ministro Fornero l’ardua sentenza.

Domanda scomoda: Cosa vuoi fare da grande?
No, non è per niente una domanda scomoda. Il mio sogno è diventare manager di qualche importante azienda, perchè il mondo dell’economia e della gestione è un mondo che mi affascina fin da quando sono bambino. Sono consapevole che non sarà per nulla un traguardo facile, ma se c’è una cosa che l’esperienza di Pechino Express mi ha insegnato è mai darsi per vinto e credere sempre in se stessi, mai porsi dei limiti, bisogna ambire sempre in grande; questo anche se il percorso si presenta tortuoso con tanti sacrifici da sostenere, ma del resto, sono un ragazzo di appena 21 anni e non sono mica “schizzinoso”.

Nessun commento

Posta un commento

© all rights reserved
made with by templateszoo