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Fratelli d'Italia celebra la sua nuova Rai: 'Ora, non più faziosa, premia il merito'

Fratelli d'Italia celebra un anno di Governo Meloni lodando la nuova Rai di Destra: ecco come.

martedì 26 settembre 2023

/ by Tv Italiana
giorgia meloni rai fratelli d'italia

 Giorgia Meloni lo aveva già annunciato nel corso di un pubblico comizio di qualche mese fa: "Sulla Rai [...] non intendo sostituire un intollerante sistema di potere con un altro intollerante sistema di potere. Voglio liberare la cultura italiana da sistema di potere, in cui non potevi lavorare se non ti dichiaravi di una certa parte politica. Voglio un sistema meritocratico e plurale che rappresenti tutti e che dia spazio a tutti in base al valore che dimostrano e non alla Tessera". Però nella nuova Rai vidimata da Giorgia Meloni la tessera conta ancora molto a giudicare dagli ultimi palinsesti studiati per Rai 1, Rai 2 e Rai 3. E a confermarlo è di fatto lo stesso partito della premier, alias Fratelli d'Italia, in una brochure di trentadue pagine in cui si raccontano tutti i traguardi raggiungi dall'attuale Governo di Destra dopo il primo anno di attività. Fra queste conquiste c'è anche la Rai.

A scovare questa notizia è la redazione web de L'Espresso che in questo articolo sottolinea come alcune dichiarazioni ufficiali del partito di Giorgia Meloni stridono parecchio rispetto a quanto poi realizzato davvero fra le quattro mura del servizio pubblico radiotelevisivo.

Nell'articolo di Beatrice Dondi, ad esempio, leggiamo:

"Finalmente un nuovo corso per la Rai, liberata da anni di lottizzazione e occupazione da parte della sinistra”. Ovvero. È quindi giunto il momento di far pulizia e cacciare i partiti dal servizio pubblico, lasciando solo Fratelli d’Italia che così i ragionamenti vengono più facili. "Restituiti pluralismo, dignità, programmazione e prospettive"? Qui la faccenda un tantino si complica. Perché guardando dunque ai palinsesti precedenti neanche fossero governi, si racconta di una Rai sino a ieri parziale e indegna, incapace di programmare e soprattutto di guardare avanti. Ora invece avendo accompagnato con eleganza alla porta Fabio Fazio, cancellato Roberto Saviano, pensionato Maurizio Mannoni e applaudito lo sbarco in altri lidi di Bianca Berlinguer che quel nome meno risuonava nei corridoi e meglio era, possono vantare una prospettiva illuminata che si può riassumere nel debutto lunedì di Pino Insegno in un giochino preserale, una mescolata casuale delle facce a disposizione e una sfilza di ascolti traballanti salvati in corner solo dalle repliche di Montalbano, giovane o vecchio che sia. [...] Insomma, parafrasando l'ormai stucchevole refrain, si potrebbe così riassumere il senso dei Fratelli per il servizio pubblico: mi chiamo Rai, sono dignitosa, sono libera, sono professionale. Ma soprattutto oggettiva.

Come detto, la nuova Rai a trazione meloniana non sembra né meno faziosa e né tanto meno più meritocratica. E non ci vuole chissà quale indagine per scoprirlo: basti pensare al cambio coatto di tutti i direttori dei vari settori della Generalista (ce n'era davvero bisogno?), la rimozione più o meno forzata di molto volti di Rai Tre ora sostituiti da nuovi programmi e scelte piuttosto discutibili, la moltiplicazioni di tg e talk che accolgono comici di politici di Destra (senza alcun reale contraddittorio) oltre all'aggiunta di programmi in co-produzione e volti esterni alle reti a discapito di volti interni all'Azienda.

Sulle restanti folli righe riportate dalla brochure di Fratelli d'Italia sulla vecchia ed attuale nuova Rai preferiamo stendere un velo pietoso.

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