C'è Posta per Pier Silvio Berlusconi. No, questo non è il titolo di un nuovo programma della Fascino PGT ma è quanto è accaduto nelle scorse ore in quel di Viale Europa a Cologno Monzese. A scrivere all'Amministratore Delegato delle reti Mediaset è Yassine Lafram, presidente delle Unioni delle Comunità Islamiche d'Italia. Nella missiva indirizzata ai piani alti del Biscione, l'uomo raccoglie le perplessità e il disgusto provato nel constatare che oramai da parecchie settimane nei talk show di prima serata di Rete4 si starebbe incitando all'odio a colpi di antisemitismo e islamofobia. Leggiamo il contenuto della lettera.
Rete4 incita antisemitismo e islamofobia: l'accusa a Pier Silvio Berlusconi
Nella lettera inviata a Mediaset il 15 novembre 2023 - e riportata nella stessa data sul sito di UCOII - leggiamo quanto segue:
Egr. dott. Pier Silvio Berlusconi,è un momento drammatico per l’umanità: guerre, pandemie e carestie stanno mettendo a dura prova il mondo intero. Oggi più che mai crediamo che ogni donna e uomo di buona volontà siano chiamati ad impegnarsi affinché la pace e la convivenza possano prevalere sull’odio e la violenza verso l’altro.
Oggi, òei ha raccolto il testimone da suo padre ed ha subito dato una linea editoriale chiara ed inequivocabile alle sue reti televisive. Siamo quindi a chiederLe un altro passo avanti per evitare che l’islamofobia e l’antisemitismo dilaghino sempre più. Ci sono alcuni programmi che, sfruttando la guerra in Medio Oriente, sono orientati a dare dell’islam e dei musulmani una percezione distorta e negativa contribuendo così a creare un clima di discriminazione che pesa su 2,5 milioni di persone che vivono e lavorano in Italia.
Lei sa che l’Islam e la stragrande maggioranza dei musulmani vivono in pace ed armonia nella nostra società. Alcuni programmi, in particolare su Rete 4, fomentano odio verso un’intera religione ed i suoi fedeli. Come Unione delle Comunità Islamiche d’Italia siamo sempre stati in prima linea contro fenomeni come la violenza sulle donne, l’infibulazione e i matrimoni forzati. Questa nostra chiara e netta posizione è testimoniata anche dalla nostra costituzione come parte civile nel processo in corso per l’omicidio di Saman Abbas.
Siamo, quindi, molto preoccupati dalla deriva islamofoba che queste trasmissioni televisive stanno perseguendo. Ci preoccupa anche il fatto che tutto ciò sia ora giunto all’attenzione delle opinioni pubbliche dei paesi arabi ed islamici in un momento così delicato. Paesi che hanno sempre guardato all’Italia come modello di convivenza civile. Crediamo che sia necessario evitare che la convivenza pacifica nel nostro Paese venga minata e che milioni di cittadini sentano il peso della discriminazione. Confidiamo nella sua saggezza e siamo sicuri che comprenderà le nostre inquietudini.
A distanza di 24 ore dalla protesta, sembra che Mediaset non abbiamo rilasciato alcuna risposta o nota in merito a queste pesanti accuse. Il quotidiano La Stampa ha colto l'occasione per chiedere un commento al conduttore Paolo De Debbio che, in tutta riposta, ha fatto specchio riflesso sui contenuti della lettera:
Io sono a posto con la coscienza ma ci sono Imam che sono ignoranti allo stato puro. [...] Se in Italia c’è dell’odio non è certamente una trasmissione che lo alimenta.
Questo è quanto, in attesa di una risposta seria da parte della dirigenza.
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