A Bruno Vespa gli sono venuti i Cinque Minuti. E non ci riferiamo al titolo del suo micro-programma in onda poco prima di Affari Tuoi ma a cinque minuti di rabbia sfogati davanti oltre 4 milioni di telespettatori. Il motivo di questa imbarazzante sfuriata formato 16:9 del giornalista è dovuta alla cancellazione dell'incontro fra Elly Schlein e Giorgia Meloni che era riuscito a combinare negli studi del suo Porta a Porta; un evento televisivo che non si svolgerà in quanto Rai ha reso noto che infrangerebbe le più basilari leggi sulla par condicio, visto che i leader prossimi alle elezioni sono otto e non solo due. Un verdetto a cui Bruno Vespa non ci sta e che ha deciso di contestare tirando in ballo nientedimeno che il defunto Silvio Berlusconi.
Avete capito proprio bene. Per perorare la sua causa, Vespa ha deciso di tirare fuori dagli archivi una serie di spezzoni di programmi Rai del 2001 in cui alcune trasmissioni osarono criticare la candidatura di Berlusconi al Colle tirando in ballo reati evidentemente in conflitto con la carica istituzionale a cui l'ex cavaliere ambiva. Vespa mette alla berlina la stessa azienda per cui lavora, la Rai, lasciando intendere che se in passato Luttazzi e Santoro hanno potuto esporre le loro criticità verso uno dei candidati al voto con satira e inchieste, anche lui oggi può sentirsi in obbligo di infilare il dito nella piaga dando spazio solo a due degli otto leader candidati alle Europee.
Vespa dedica l'intero programma a un monologo sulla par condicio ai tempi di Luttazzi, Biagi e Santoro. "Un progetto per abbattere Berlusconi. È questo il pluralismo dell'informazione?" pic.twitter.com/JWvRGuMhXe
— Il Grande Flagello (@grande_flagello) May 17, 2024
Un concetto folle e senza senso che Bruno Vespa ha ribadito anche in una dichiarazione rilasciata poco prima ai microfono dei TG1 appellandosi al cavillo che essendo Schlein e Meloni due donne non le si può non metterle al confronto. Teorie irricevibili in una Paese in cui la libertà di stampa e l'equità dell'esposizione mediatica dei leader politici sono sempre più un concetto astratto.
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