Comicità

Gialappashow: Renato Zero è omofobo nell’imitazione di Max Giusti

"Amate chi volete, come volete... poi però pentitevi": il Renato Zero del Gialappashow mixa omosessualità e omofobia.

Tv Italiana 06/05/2025

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La Gialappa’s Band continua a premere l’acceleratore sulla comicità politicamente scorretta. Lo abbiamo visto in passato con la parodia parecchio sboccata di Alessandro Borghese, con un Bruno Vespa ritratto come un ciarlatano, con Annalisa in preda a deliri d’onnipotenza e addirittura con una Marcella Bella ritratta come la paladina di una ideologia di Destra molto estrema. Nella puntata del 5 maggio 2025 di Gialappashow, Max Giusti ha proposto un suo nuovo personaggio che viaggia sugli stessi binari: la nuova parodia è quella di Renato Zero, il noto cantante romano che in questa versione proposta per TV8 ha un piccolo – ma grande – problema d’incoerenza. Nello sketch, infatti, il re dei “sorcini” viene introdotto come un’avanguardista della fluidità sessuale nel mondo dello spettacolo, una descrizione che Renato Zero inizialmente accetta… facendo però poi due passi indietro.

Gialappashow: Renato Zero è omofobo nell’imitazione di Max Giusti

Io capostipite dei fluidi? Non era stato facile essere Renato da giovane […] Cosa voglio dire ai giovani fluidi? Agli strani, anomali, scappati di casa? Renato non giudicare: amate chi volete, come volete… poi però mi raccomando pentitevi. Chiedete perdono, profondamente. Vai dal prete e ti confessi. Fai una ammucchiata? Passi per la Porta Santa e sei purificato!“: si apre con questo surreale dialogo la nuova parodia di Renato Zero messa a segno da Max Giusti nel Gialappashow; uno sketch che mette nero su bianco le contraddizioni di essere liberi di poter abbracciare ogni orientamento sessuale ma di poterlo fare solo a patto di doversene pentire ricorrendo a confessioni e benedizioni varie.

Una contraddizione, quella del finto Renato, che si trasforma in breve tempo in una sorta di caccia al gay. Il fake di Max Giusti ravvede in Matteo Berrettini una persona omosessuale in quanto troppo fissato con l’impugnatura delle sue racchette – “è un simbolo fallico – e addirittura bacchetta Adriano Panatta perché in gioventù è stato quest’ultimo lo “strano”, “che ora fa il normale” “perché è di Veronica e di Veronico”.

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