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MOIGE striglia Mediaset: è la tv più trash della stagione 2021 – 2022
Tv Italiana 22/06/2022

Anche quest’anno il MOIGE (Movimento Italiano Genitori) ha approfittato della fine della stagione televisiva 2021 – 2022 per assegnare i Bindoncini: un non-premio che punta ad evidenziare quali sono i più “spazzatura” e dunque poco adatti ad un pubblico composto da famiglie.
Anche quest’anno a farla da padrona sono soprattutto le trasmissioni Mediaset: su 5 Bidoncini assegnati a programmi televisivi ben 2 sono produzioni trasmesse sulle reti berlusconiane.
Ecco l’elenco completo delle trasmissioni definite trash dal MOIGE per la stagione televisiva 2021 – 2022.
- Grande Fratello VIP 6 – reality show per Canale5 / Mediaset
La sesta edizione ha battuto ogni record […] ma il primato peggiore è
stato senza dubbio nella firma autorale che,
quest’anno, più che un reality ha confezionato
una piatta e melensa soap opera su una costante pornografia dei sentimenti. Neanche la
partecipazione di Manuel Bortuzzo, costretto su
una sedia a rotelle da una tragedia di cronaca,
è riuscita a far risalire il reality dalla palude del
gossip, ospite fisso di ogni puntata, riducendo
anche il percorso del giovane al solito flirt con
un’altra concorrente.
Quando è lo stesso popolo del web a inorridire
per ciò che va in onda c’è poco altro da aggiungere: come nel più becero gioco delle coppie,
sono soltanto le relazioni innescate tra i partecipanti, per lo più aggressive e accese da provocazioni orchestrate dagli stessi autori, ad essere
tema portante della trasmissione andando oltre ogni decoro. Ciascun inquilino della casa è
stato “spogliato” della sua storia personale per
interpretare uno stereotipo, come il “cascamorto agé” prima con Amedeo Goria e poi con Giucas Casella, la “giudice dall’ultima parola” riservato a Katia Ricciarelli, la “prezzemolina” Soleil
Sorge, protagonista di ogni dinamica e anche
di un triangolo amoroso nella coppia Alex Belli
– Delia Duran.
Insomma, quest’anno se possibile si è andati
ancora più in basso a raschiare il fondo del trash
in un programma ormai del tutto svuotato anche della sua famosa identità.
- La Pupa e il Secchione Show – reality show per Italia1 / Mediaset
Cambiano format, titolo e conduttori ma La
Pupa e il Secchione peggiora. Oltre al ritorno
dello studio, quest’anno la novità più grande
riguarda il cast: al fianco di perfetti sconosciuti
ci sono tanti personaggi tv già protagonisti dei
programmi di Barbara D’Urso.
Una scelta voluta dalla presentatrice e per
nulla casuale: in questo modo tornano in auge
alcune antipatie e rapporti conflittuali. I toni si
alzano e le dinamiche si complicano tanto da
mettere quasi in secondo piano il tradizionale
gioco per far spazio a presunte storie d’amore,
gelosie e uomini contesi.
All’immancabile dose di trash, volgarità e pesanti liti si aggiunge la violenza fisica. Durante un duro confronto in villa, Paola Caruso ha
colpito con uno schiaffo Mila Suarez. La produzione ha squalificato la concorrente ma con
colpevole ritardo: la Pupa è stata tutta la puntata in studio, riaccendendo continuamente la
polemica con la rivale, e solo alla fine è stata
estromessa. Prevedibile e poco credibile il siparietto della puntata successiva in cui le due
contendenti, di fronte ad una stizzita presentatrice, si sono scusate.
Barbara D’Urso si è costruita uno show su
misura, una sorta di Domenica Live con sullo sfondo le tradizionali prove da La Pupa e il
Secchione. Per nulla convincente, poi, la sua
gestione della vicenda precedentemente raccontata: la conduttrice ripetutamente ha preso
le distanze dal gesto di violenza, ma l’ha fatto rivangando antichi tormentoni, con le solite
espressioni facciali, finendo per far perdere
credibilità al messaggio.
- Drag Race Italia – talent show per Real Time / WB Discovery
Sbarca su Real Time la prima edizione di Drag
Race Italia, la versione nostrana del format
statunitense RuPaul’s Drag Race. […]
Nonostante durante la trasmissione più volte si
dia spazio alle storie umane delle concorrenti,
che rivelano anche momenti difficili della loro
vita, il format è completamente inadatto per
una programmazione di prima serata. Tra parolacce, espressioni eccessive e soprattutto look
indecenti, la volgarità regna sovrana. In più di
una circostanza, le protagoniste si sono
presentate in scena con vestiti che a stento coprivano le loro parti intime.
Un prodotto del genere inoltre può essere destabilizzante per bambini in piena fase evolutiva, che assistono continuamente, e senza
difese, a repentini cambi di genere. Nulla da
eccepire sulle libere scelte dei concorrenti, ma
ad essere bocciata è la strategia degli autori:
il gioco prevale sulla realtà e questi switch non
vengono adeguatamente spiegati, finendo per
generare confusione a causa di informazioni
non esaustive
- Il Principe cerca Figlio – film per Amazon Prime Video
Trentatré anni dopo Il principe cerca Moglie, Eddie Murphy torna a vestire i panni del principe
Akeem nel sequel, Il principe cerca figlio.
Il nuovo re di Zamunda scopre che ha un figlio illegittimo nel Queens,
Lavelle Junson, concepito con una donna conosciuta all’inizio della sua avventura americana.
Poi trapiantato
a Zamunda, il giovane principe metropolitano
dovrà imparare ad adeguarsi agli standard del
regno.
Guardando Il principe cerca figlio, sembra che il
tempo si sia fermato. Non quello “reale”, perché
il cambiamento del mondo e dei personaggi è
chiaro e palpabile, ma quello relativo all’atmosfera, al mood stilistico del film, che pare non
voler tenere conto dell’evoluzione più che trentennale della commedia di appartenenza.
Il film riesce a mantenere intatto soprattutto lo
spirito del cult originale, mentre il divertimento
non è poi così presente; sembra nato vecchio
e diretto con fare anonimo, più intenzionato a
sfruttare il bacino dei fan di vecchia data. Il lungometraggio, sin da subito, si rivela estremamente attento al politicamente corretto: ciò ha
influito, inevitabilmente, sul tono generale dell’opera e sulla costruzione degli sketch, imbarazzanti e sempre forzati.
- Squid Game – serie tv per Netflix
In Corea, 456 persone accettano di partecipare a
sei giochi su un’isola: in palio una cifra in grado
di risolvere tutti i loro problemi.
Squid Game, gioco del calamaro, è il gioco più
comune tra i bambini coreani e le prove sono
i classici giochi di strada dei più piccoli ma con una
sostanziale differenza: chi perde muore. I partecipanti sono numerati e quando muore un concorrente il montepremi si alza di cento milioni di
Won.
Durante la visione non si può fare a meno di giudicare le debolezze dei concorrenti, ma anche
provare tenerezza per loro, soprattutto quando
si uniscono in una collaborazione che diventa
simbolo di un’umanità e di un coraggio che vanno oltre la loro condizione. Più volte nella serie
viene sottolineato come i partecipanti vivano
lì una situazione di uguaglianza e democrazia
che fuori non è loro concessa, vittime del privilegio e della prevaricazione sociale. Tale messaggio, però, passa in secondo piano rispetto
all’annientamento della vita e alla crudeltà nel
giocare con l’essere umano. Pochi partecipanti
riescono a mantenere la loro umanità, altri sono
disposti a tradire il proprio compagno e a gesti
aberranti per salvare la propria vita.
Si ritiene la serie adatta a un pubblico +18 e non
+14 come indicato.
È il “dietro le quinte” della vita quotidiana della
ricca e famosa coppia formata da Chiara Ferragni e Fedez, webstar sui social con attivissimi
profili Instagram. La docu-serie segue un periodo che va dalla fine del 2020, passando per la
partecipazione del cantante al Festival di Sanremo fino a marzo 2021, momento in cui nasce
la loro secondogenita Vittoria. Insieme allo scorrere di eventi nella vita privata e professionale,
si dipanano anche una serie di riflessioni che la
coppia elabora insieme a un terapista.
Come monografia sulla vita quotidiana dei due
personaggi, questa serie non permette di comprendere molto più di quello che già si vede dai
loro canali social. Anzi, The Ferragnez sembra
proprio un’estensione delle loro storie Instagram, mostrando tutto quello che non appare
in quei fatidici quindici secondi.
Ricchezza, status professionale e una certa noia
causata proprio da una vita agiata ispirano un
modello distorto di famiglia, eccessivamente
edulcorato. Per via di alcune scene con linguaggio
improprio, la visione è consigliata agli utenti dai
16 anni in su.