C'è Posta per Te è indubbiamente uno degli show televisivi più seguiti fra quelli trasmessi su Canale5. Eppure, come succede in molti casi, spesso la critica non va di pari passo con il gradimento del pubblico da casa. Ce lo ha dimostrato recentemente il parere del critico del settimanale L'Espresso Beatrice Dondi che sullo show di Maria De Filippi ha scritto un articolo pieno di spunti di riflessione.
C'è Posta per Te sotto accusa
Nel suo ricco articolo di critica, Beatice Dondi sottolinea come lo show sia fermo ancora a dinamiche familiari e stereotipi che degradano l'immagine degli italiani (in studio e non):
Sono passati vent’anni dall’apertura della prima busta ma la Storia ha fatto finta di non aver fatto nessun passo avanti, ancorandosi con ostinazione in un passato che rivive solo in quello studio azzurro. Pause, camminate, un tocco di Dior per un racconto monocorde della pancia di un Paese che non si smuove di una virgola.
Qualche riflessione ogni tanto bisognerebbe pur farsela scappare. Innanzitutto sul perché una parte d’Italia si senta fieramente descritta da C’è Posta per Te [...] Dove le suocere sono ancora in guerra con le nuore, le mamme sono sempre delle sante e nel caso incauto in cui osino ricostruirsi una vita dopo l’abbandono del marito, vengono subito considerate indegne dell’affetto filiale.
L'idea che si è fatta il critico de L'Espresso è che a C'è Posta per Te nulla cambi da anni, in quanto il pubblico di Canale5 non sia interessato ad evolversi rispetto a 20 anni fa:
L’emozione del divo visto dal vivo, lo scherzo sulla sessualità degli over che cercano la fidanzatina del secolo scorso, il saluto al sindaco e al farmacista, la risata sugli accenti dialettali [...] Una strana Italia incapace di aggiornarsi, che ancora confida nella Tv pronta a sollevarti dalle difficoltà economiche elargendo un premio consolatorio [...] ben rinchiuso in una busta.
Dunque, C'è Poste per Te è un programma talmente vecchio da risultare attraente... su Canale5?
Nessun commento
Posta un commento