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Serena Bortone fa luce su caso Scurati: 'Accordo chiuso 5 gioni prima per 1500€ lordi'

Tutta la verità sulla censura Rai a Scurati dalla viva voce di Serena Bortone.

mercoledì 8 maggio 2024

/ by Tv Italiana

serena bortone che sarà rai2

La giornata di sciopero indetta dai giornalisti Rai andata in scena lo scorso 6 maggio 2024 è stata avvolta da proteste e coni d'ombra: c'è chi ha lecitamente impugnato il proprio diritto e si è assentato dal lavoro per protesta e chi invece ha tentato di boicottare questo sciopero di categorie in maniera raffazzonata e strumentale. Per dare man forte alle ragioni di questo grido di protesta, UsigRai ha indetto una vera e proprio conferenza stampa in cui sono state spiegate tutte le motivazioni del caso e dalla viva voce di chi in Rai ci lavora. A parlare è stata anche Serena Bortone, chiamata ed esprimersi sul caso di censura scoppiato attorno alla trasmissione Che Sarà e al monologo sul 25 aprile scritto da Antonio Scurati. Il suo intervento ha fatto chiarezza su quanto accaduto, ponendo sotto l'occhio di tutti la codardia di una nuova Rai più solerte a cancellare contenuti a loro sgraditi e che si chiude dietro un inspiegabile silenzio quando vengono chieste spiegazioni dei gesti commessi.

Queste le parole di Serena Bortone in merito a cosa accaduto nella settimana lavorativa precedente al 25 aprile, che la trasmissione Che Sarà si era preparata alla celebrazione:

Quello che è avvenuto nella redazione di Che Sarà, io in 35 anni di carriera non credo di averlo mai visto nella mia intera vita lavorativa. E sono dispiaciuta perché sono due settimane che i dirigenti, miei superiori, dovrebbero offrire una ricostruzione pubblica su quello che è avvenuta o prendere provvedimenti visto che qualcosa comunque è successo... Io sono due settimane che attendo con tanta tranquillità ma anche con interesse visto che tante cose sono circolate. Io non ho mai replicato perché mi sento un soldato dell'Azienda ma lo faccio qui perché colgo l'occasione dello Sciopero, non ne ho parlato prima e non credo lo farò più. 

Noi in redazione avevamo deciso di far fare un monologo ad Antonio Scurati in occasione del 25 aprile. Avviamo una richiesta di contratto che non viene firmato da me in quanto non ho potere di firma. L'Azienda sapeva che sarebbe arrivato Scurati. Il suo contratto viene chiuso il lunedì precedente alla trasmissione per la cifra di 1.500 Euro lordi. Di tutto quello che vi sto dicendo c'è documentazione scritta. Scurati ci dà il testo venerdì, primo pomeriggio, e io lo giro al mio diretto superiore, come consuetudine [...] Alle 16:30 di quel venerdì pomeriggio, 24 ore prima della messa in onda, per puro caso in quanto una redattrice aveva ricevuto dei moduli che Scurati aveva compilato, chiamo l'Ufficio Scritture Rai per consegnargli questi documenti e l'Ufficio Scritture mi risponde che non servono più in quanto il contratto con Scurati è stato annullato. Non è mai successo che un contratto fosse annullato dall'Alto.

All'inizio mi vengono date spiegazioni un po' farlocche riguardante una promozione su Netflix. Faccio una ricerca e Scurati non ha promozioni né su Netflix né in altro luogo. Questo determina se un autore può essere pagato oppure no, e Scurati l'aveva già ultimato il suo testo. Quindi la sua prestazione era stata già ultimata. Poi sarebbe dovuto venire in studio anche a leggerlo ma il testo era già stato fatto.

Mi attacco al telefono, mando mail urgenti, messaggi a più dirigenti dell'Azienda chiedendo spiegazioni e anche cosa avessi dovuto dire ad uno scrittore Premio Strega, tradotto in 42 Paesi e che l'Economist ha definito una "scelta ovvia per un talk sul 25 aprile". Nessuno mi risponde. La mattina dopo, in perfetta solitudine, sono costretta a comunicare a Scurati che il suo contratto era stato annullato. Lui, indignato per quello che è accaduto, e noi nemmeno ci eravamo mai conosciuti prima, mi ha detto che non sarebbe più sceso a Roma e che mi regalava il testo dandomi la possibilità di leggerlo in onda, cosa che poi ho fatto.

Il 25 aprile è passato, è passato anche il Primo Maggio e ad oggi la Tv di Stato sembra aver fatto orecchie da mercante a queste ovvie - quanto necessarie - richieste di spiegazioni. Anche perché il rischio è che passi il messaggio che la Rai stia diventando ostile all'antifascismo e dunque, di fatto, neo-fascista.

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