Analisi

Il Cantante Mascherato 4: perché sta fallendo? Le ragioni di un Flop Rai

Tv Italiana 30/03/2023

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È uno degli argomenti che nell’ultima settimana sta impazzando su blog e siti a tema televisivo. Voi forse starete pensando alle gravissime offese che l’account Mediaset ha rivolto a Mara Venier e Barbara D’Urso ma… vi sbagliate, il tema è un altro: Il Cantante Mascherato 4. Il talent show di canto con i vip in incognito di Rai Uno sta facendo saltare sull’attenti decine e decine di siti a causa della media ascolti troppo bassa macinata nelle prime due puntate (attualmente fissata a 2.18 milioni di spettatori pari al 17.55% di share). Un insuccesso talmente troppo esagerato che avrebbe spinto blogger e giornalisti di ogni sorta a fare le pulci a questo incommensurabile fallimento di Milly Carlucci, una donna diventata da anni il bersaglio mobile di una stampa sempre più schierata altrove…

 Ma volendo fare una analisi più contenutistica del programma – tralasciando antipatie, legami sottobanco e improbabili insider biforcuti – cosa c’è che non va in questa quarta edizione de Il Cantante Mascherato? E per quale motivo, se il talent chiuderà i battenti per sempre, sarà solo ed unicamente colpa di una Rai parecchio incapace di saper sviluppare format d’importazione? Facciamo una carrellata dei punti deboli del programma.

 Piccola premessa. Chi scrive questo articolo, nel corso degli ultimi quattro anni ha fatto indigestione de Il Cantante Mascherato, guardando per curiosità e per lavoro decine e decine di riadattamenti esteri del format originale (King of the Masked Singer,, Corea del Sud): dalla versione USA a quella fatta in Australia, dalla Francia al Regno Unito passando per Germania, Spagna, Russia, Ucraina e qualche spizzatina a varie edizioni europee cult. Quindi direi che un po’ di dimestichezza sull’argomento e su come si è evoluto negli anni il formato dovrei avercela.

Le esibizioni
Il primo anello debole della versione italiana del programma è la poca spettacolarità delle esibizioni.  In molti Paesi, la prima stagione ha riscattato un buon successo per la follia del gioco portato in scena. Ma dalla seconda edizione tocca spingere di più su vari elementi. Uno di questi è certamente la resa scenica delle esibizioni che, televisivamente parlando, deve creare un “rollercoaster di emozioni”, come spesso si legge Oltralpe. L’esibizione cantata deve diventare un piccolo videoclip e non necessariamente un pretesto per far ballare gente sul palco. 

Il Mascherato in gara può – e spesso deve – restare da solo in scena e incantare con la sua voce, con una reinterpretazione, magari attorniato da pochi elementi scenici ma comunque funzionali a ciò che si canta. Bisogna raccontare una storia in un minuto, giocando con luci, schermi a led e atmosfera. In Belgio ci hanno giocato molto e sono rimasto innamorato da quanto costruirono anni fa attorno alla maschera del Palombaro in Belgio (vedi video qui in basso). Non è possibile pensare ad una maschera come Stella, dotata di oltre 30 luci sulla schiena, che non si sia mai esibita nel totale buio in studio così da far risplendere ancor di più le peculiarità del costume.

 

Per via della sua natura puramente commerciale, inoltre, sarebbe bene aggiungere alla playlist dei brani di puntata anche delle hit più attuali, senza ripiegare sull’ultimo Sanremo o su pezzi troppo d’annata. È chiara la volontà di accarezzare il pubblico di Rai Uno – tipicamente più maturo – ma è necessario ogni tanto scrollarsi di dosso un po’ di polvere con tormentoni musicali o pezzi stranieri di grande successo.

Le voci
Un altro grosso problema sono le voci dei mascherati. E non mi riferisco alle voci usate per parlare ma alla voce che ascoltiamo durante le esibizioni: troppo spersonalizzate. È chiara la volontà di camuffare il vip il più possibile ma non è minimamente ammissibile far cantare una giovane donna con un timbro che sembra quello di Ignazio La Russa. Almeno nel momento delle esibizioni, è bene tenere una voce chiara, pulita e che quanto meno non faccia sembrare il tutto troppo finto e plasticoso. Vi scoprono subito il vip? Può essere, ma il gioco va comunque avanti senza avere in scena dodici vocaloid. Per altro, sfatiamo questo mito: in ogni parte del mondo in cui è stato adattato il format un buon 50/70% dei vip in gara viene scoperto dal pubblico già dalla prima puntata.

I vip in gara
E proprio a proposto di vip, se mai ci sarà una prossima edizione, mi sentirei di consigliare delle celebrità non così troppo usurate. È lodevole la volontà di scegliere personalità molto presenti nei teleschermi così da rendere il risultato dello svelamento sorprendente, per certi versi; spesso, però, all’estero il programma è ricorso a nomi di celebrità appartenenti ad una nicchia (web star, cantanti indie) o poco decifrabili in quanto facenti parte di un gruppo (il singolo membro di una boyband o di un duo di comici). Sono invece perfettamente d’accordo con “l’uso” di vecchie glorie del mondo dello spettacolo: chiunque dica che all’estero l’età massima dei concorrenti è 65 anni del format non capisce una sega. Solo nell’ultimo anno solare, ad esempio, sono stati smascherati lo Gnomo Dick Van Dyke (97 anni suonati nella versione USA) e la Torta Lulu Kennedy-Cairns (75 anni nella versione UK).

I costumi
La polemica sui costumi, invece, è una barzelletta. Come spesso vi abbiamo segnalato, le maschere della versione italiana sono spessissimo ispirate a maschere già registrare nelle versioni estere dello show e poco spazio è dato a totali re-interpretazoni di design. Anche chi parla di costruire idra a sette teste in due settimane sbaglia: solitamente i vip scelgono da un elenco di poche maschere già pre-approvate, come spesso rivelato da ex concorrenti del programma. Potrebbero esserci stati dei problemi di tempistica? Probabile, così come accade in qualsiasi altro posto di lavoro. I costumi italiani sono i più brutti del mondo? Questo è perché non avete davvero mai visto le edizioni realizzare in giro per il Globo…

Ma il problema più grosso è un altro
Se tutti questi problemi esistono è solo a causa di due grandi lacune: l’evidente assenza di budget e la poca dimestichezza con il formato in questione. Parlando del budget a disposizione per realizzare lo show, il fatto che ci sia povertà nell’aria lo si capisce da ogni inquadratura: dai concorrenti vip già contrattualizzati Rai alla costumeria, dai performer vicini alla conduttrice che vanno lì per due lire a fare show fino alla presenza di ospiti duettanti che spesso sono gli stessi mascherati in gara. 

Nelle scorse ore sta circolando un articolo che parla di un improbabile budget da otto milioni di euro per Il Cantante Mascherato 4; una cifra che il programma non ha mai visto in quattro anni di attività. Solo lo scorso anno, ad esempio, il programma è costato circa 650mila Euro a puntata, attestandosi come il programma d’intrattenimento di Rai Uno più economico di tutta la stagione tv 2021 – 2022. Il Mascherato è costato addirittura meno di Tale e Quale Show e Ballando con le Stelle che – anche loro – riciclano scenografie, costumi e performance da anni. Ed è tutto dire!

Il livello di risparmio al Mascherato è tale che le tendine dei confessionali di Ballando svengono smontate per diventare prima il backdrop per le foto stampa dei costumi e poi lo sfondo per gli spot pre-lancio. Il livello di risparmio quest’anno è talmente fuori misura che le clip indizio non sono quasi mai girate in esterna e se lo sono, sono registrare a pochi kilometri di distanza dallo studio, entro i limiti del comune di Roma. Pur di risparmiare sul risparmiabile, a Roma gira voce che la conduttrice sia stata costretta in alcune occasioni a metterci di tasca sua. 

È ovvio che con questi presupposti il programma non può avere uno sviluppo sufficiente. E a maggior ragione se la Rai decide di punto di bianco di spostare il programma al sabato dopo tre edizioni al venerdì, perdendo tutto il pubblico maturato nel tempo. Una scelta totalmente sconclusionata. Inoltre, la domanda sorge spontanea: come può “Il Cantante Risparmiato” andare in onda nella stessa serata in cui il principale competitor manda in onda lo show più costoso di tutta la sua stagione televisiva?

E in ultimo, il problema di questo cortocircuito Rai… è la Rai. Perché com’è mai possibile che si decida di acquisite un format dall’estero, di cui già si conoscono tutti i particolari, per poi mandarlo al macello con un costo di realizzazione nemmeno lontanamente vicino a quello che dovrebbe essere uno standard sufficiente? Vista la situazione in cui si trovano nell’Auditorium le redazioni Rai ed EndemolShine, chi vi scrivere è francamente sorpreso come tutta la baracca sia ancora in piedi.

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