Le storie e i contenuti che vengono mandati in onda a C'è Posta per Te continuano a far discutere l'opinione pubblica, e non positivamente. Stavolta però non sono solo gli spettatori del programma di Canale Cinque a prendere una posizione sui racconti televisivi costruiti attorno alle buste di Maria De Filippi ma delle importanti associazioni nazionali. E sebbene non sia nemmeno la prima volta che il people show della Fascino PGT sia diventata oggetto di critiche da parte dai vari osservatori speciali (un esempio, un altro esempio ancora), stavolta la faccenda si fa ancor più seria in quanto a puntare il dito contro la trasmissione è l’organizzazione non governativa Differenza Donna.
Attraverso una nota diffusa ad ANSA, infatti, la suddetta associazione che opera in difesa delle donne e da anni si batte per ridurre il fenomeno del femminicidio, scrive quanto segue:
'Differenza Donna' ha segnalato la puntata del 7 gennaio scorso di 'C'è Posta per te', condotta da Maria De Filippi, all'Agcom, che ha la competenza di valutare la violazione dei principi legislativi e regolamentari riguardanti la corretta rappresentazione dell'immagine della donna nei programmi di informazione e intrattenimento, sollecitando anche l'esercizio dei poteri sanzionatori. La ong gestisce dal luglio 2020 il 1522, il Numero nazionale antiviolenza e antistalking di pubblica attivato nel 2006 dal Dipartimento per le Pari Opportunità - Presidenza del Consiglio dei Ministri. La trasmissione ha divulgato la storia di una relazione sentimentale connotata da sopraffazione, denigrazione e mortificazione dell'uomo sulla donna, rappresentando una dinamica misogina delle relazioni in assenza di qualsivoglia intervento correttivo da parte della conduttrice. Ciò per noi è molto grave in quanto ha riprodotto e legittimato in un vasto pubblico, quale è quello di un programma di prima serata del sabato, trattamenti inaccettabili che configurano, se abitualmente riprodotti nelle relazioni, reati molto gravi che offendono beni giuridici di rango costituzionale.
La decisione di mettere alla berlina questa incresciosa situazione è stata sposata da altre associazioni territoriali che si occupano del ruolo della donna nella società come APS - Il Laboratorio del Possibile. Il fatto non è sfuggito alla politica: Stefania Ascari, deputata del M5S ha annunciato attraverso i suoi profili social che farà una interrogazione parlamentare su quanto commesso dalla trasmissione Mediaset:
Normalizzare e sottovalutare la violenza è di per sé un fatto pericoloso e grave. Diventa gravissimo quando è compiuto in diretta televisiva dinanzi a circa 5 milioni di telespettatori.
Persino il portale ValigiaBlu si è interrogato con un lungo editoriale sui dubbiosi contenuti trasmessi dallo show di Maria De Filippi nell'articolo dal titolo "C’è posta per te è l’ennesimo caso di normalizzazione della violenza domestica":
Nel programma-corazzata di Canale 5 condotto da Maria De Filippi, una donna che si era allontanata da una relazione violenta veniva persuasa davanti alle telecamere a tornare con il compagno. Ci risiamo. [...] Le dinamiche di abuso sembrano evidenti anche nello scambio fra i due: la voce di Valentina trema di rabbia e sofferenza, mentre Corrado pare godersi la possibilità di infliggerle l’ennesima umiliazione davanti a un pubblico [...] Qui nessuno può improvvisarsi psicanalista di qualcuno che ha visto per meno di mezz’ora su uno schermo. Ma quello che conta è che ancora una volta la prima serata di Canale 5 ci ha raccontato una storia di violenza domestica, rinunciando a trattarla come tale e utilizzando la sofferenza di una donna per fare audience.
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