Ore 14
Ore 14: Milo Infante accusato di diffamazione su tre magistrati
Tv Italiana 29/06/2024

Non è tutto rosa e fiori in quel di Ore 14, il talk show sulla cronaca nera condotto da Milo Infante nel primo pomeriggio di Rai Due. Il conduttore è stato accusato nella giornata di ieri – 28 giugno 2024 – di aver diffamato in diretta televisiva tre magistrati che si stanno occupando del caso di Denise Pipitone. Stando a quanto riposta AdnKronos, il gup di Caltanissetta David Salvucci ha disposto l’imputazione coatta del conduttore di Ore 14 Milo Infante e del direttore della testata Affaritaliani.it, Angelo Maria Perrino, che si sarebbe reso complice del reato. I magistrati offesi che hanno fatto partire l’azione legale sono l’ex Procuratore di Marsala (Trapani) Vincenzo
Pantaleo e i PM Roberto Piscitello e Giuliana Rana, tutti e tre titolati sull’inchiesta relativa alla scomparsa della bambina di Mazara del Vallo.
Ore 14: Milo Infante accusato di diffamazione su tre magistrati
Ma cosa ha scatenato l’indignazione dei tre magistrati? I fatti risalgono ad una puntata di Ore 14 del 22 novembre 2021. In studio si stava parlando del caso di Denise Pipotone e l’ospite di Infante, il giornalista Angelo Maria Perrino, si è lanciato in una grave accusa nei confronti dei PM:
Una fonte romana del mio portale mi ha detto che la chiave di questo
giallo sta nelle intercettazioni che non hanno voluto rendere pubbliche
perché sarebbero compromettenti per molti personaggi e quindi, con
diversi pretesti, sono state seppellite e rese inutilizzabili.
Accuse gravissime, supportate in studio da Milo Infante che ha tirato in mezzo a questi personaggi personalità quali “magistrati, politici e non solo”, alludendo di fatto che fra gli occultatori di prove ci sarebbero proprio i magistrati che da anni tentato di sbrogliare questo caso di cronaca nera.
Nonostante Infante sia stato già interrogato dai PM di Caltanissetta, è stato stabilito che la difesa del conduttore non è credibile ed è stata respinta in quanto le dichiarazioni fatte in tv contendono una “incontestabile valenza diffamatoria” e che di conseguenza non è lecito per “due giornalisti di ledere la reputazione e di
gettare discredito su tutti coloro che avevano avuto occasione di
occuparsi delle indagini relative alla scomparsa di Denise Pipitone”.