"Serena Bortone doveva essere licenziata per quello che ha fatto e non è stata licenziata. Non è stata punita. L'11 di questo mese rappresenterà le sue tesi e valuteremo, ma certamente a nessun dipendente di nessuna azienda sarebbe consentito di dire cose contro l'azienda in cui lavora. Lei questo ha fatto e non è stata punita": sono queste le spiazzanti dichiarazioni rilasciate dall'amministratore delegato Rai Roberto Sergio, ieri 8 giugno,alla Festa dell'Innovazione 2024 in uno dei panel allestiti dal quotidiano Il Foglio a Venezia. Il dirigente ha usato parole di forte risentimento nei confronti della conduttrice del talk show Che Sarà ricordando i fatti accaduti attorno al ribattezzato Caso Scurati. Ma si è spinto anche oltre...
Roberto Sergio ha sentito anche l'esigenza di provare a smentire le accuse di censura, raccontando una sua versione dei fatti arrivando ad accusare Serena Bortone di aver distorto i fatti in maniera strumentale:
Credo che alcune persone abbiano una straordinaria capacità di ribaltare la verità e di diventare vittime nello stesso tempo e poi eroi del Paese e del sistema. Ho mandato un (messaggio su, ndr) WhatsApp a Serena Bortone dove la invitavo a mandare in onda il monologo di Scurati. Nessuno avrebbe impedito quel monologo. Nella scaletta del programma c’era scritto: ospite a titolo gratuito.
Le dichiarazioni dell'AD Rai sono però smentite dallo stesso scrittore, Antonio Scurati, in una nota diffusa poche ore fa proprio a seguito delle frasi di Roberto Sergio.
Ecco, in breve, la smentita di Antonio Scurati:
Smentisco categoricamente l'affermazione dell' ad della RAI secondo la quale io non avrei partecipato al programma di Serena Bortone perché 'non venivo pagato'. È semplicemente falsa. Ed è l'ennesima affermazione denigratoria nei miei confronti. A me nessuno ha mai proposto di partecipare gratuitamente. Lo sfido a fornire prova del contrario. [...] Devo, però, difendere - anche nelle sedi legali opportune - la mia reputazione. Ribadisco perciò che il programma di Rai3 Chesarà mi ha commissionato con un mese circa di anticipo un monologo assicurandomi che avevo piena libertà su forma e contenuti. L'accordo economico, in linea con quello degli scrittori che mi avevano preceduto, era già chiuso da diversi giorni, i biglietti ferroviari e la prenotazione alberghiera mi erano già stati inviati dagli uffici Rai (posso dimostrarlo). La mattina stessa della mia partecipazione, dopo che avevo inviato il testo del mio intervento mi è stato comunicato che il mio contratto era cancellato. [...] Non tollero più che mi si calunni accusandomi di venialità per sviare l'attenzione dalla vera questione.
In attesa che anche Serena Bortone metta bocca sulle spiazzanti dichiarazioni di Roberto Sergio, è UsigRai (sindacato) a replicare a quanto detto da Roberto Sergio:
L'Usigrai ritiene inaccettabili e gravissime le dichiarazioni dell'ad Roberto Sergio su Serena Bortone. Arrivare a ipotizzare pubblicamente il licenziamento di una dipendente mentre è in corso un procedimento disciplinare, ha il sapore della minaccia.
Se Serena Bortone deve essere licenziata, quale sanzione avrebbe dovuto meritare Roberto Sergio che nell'aprile del 2023 da direttore della radiofonia attaccò su Facebook il direttore di Radio1 Andrea Vianello, accusandolo di "amplificare la violenza"? L'Ad dell'epoca avrebbe forse dovuto evocare il suo licenziamento?
Inoltre è rappresentativo del clima di onnipotenza di questo vertice aziendale annunciare, come se nulla fosse, il nome del futuro amministratore delegato. Ci chiediamo se al Parlamento e ai prossimi componenti del CdA, stia bene essere esautorati del loro ruolo.
Nessun commento
Posta un commento